1/2.7 Monte Rosa - GrEsGa

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1-2 luglio Monte Rosa, Rifugio Capanna Regina Margherita

La squadra “A” del G.E.G, Pietro, Fausto, Gianpietro e Aurelio, quest’anno si è ricompattata per la consueta due giorni tra i monti, e che monti! Quest’anno, infatti, dopo aver percorso l’aspra e selvaggia Valsesia siamo giunti ad Alagna dove ha inizio la nostra avventura sul Monte Rosa.

Primo Giorno

Da Alagna (1191), in compagnia della guida alpina Michele, che ci accompagna in questo primo giorno, ci imbarchiamo sulla funivia che  porta fin su al Passo dei Salati ( 2980 m), da qui inizia l’escursione seguendo un sentiero che risale l’irto pendio roccioso posto alle spalle della stazione d’arrivo, in direzione nord-ovest, camminando a metà costa dello Stolemberg, prestando attenzione a non scivolare sulle “ pietre saponarie” arriviamo a Punta Indren ( 3215 m ore 1 e 20 min.), lasciando sulla nostra destra la stazione della vecchia funivia, la nostra escursione prosegue su un tracciato misto di roccia e neve fin sul piano del Ghiacciaio di Indren, qui l’evidente traccia corre sul ghiacciaio stesso fino ad un bivio posto ai piedi di una bastionata rocciosa, imboccato il sentiero che risale sulla nostra destra, su un terreno misto di terra, roccia, neve, e a tratti attrezzato con corde di cortesia e scale, rimontiamo  il costone roccioso raggiungendo così il limite orientale del confinante Ghiacciaio del Garstelet, da questo punto è ben visibile in alto d’avanti a noi il rif. Gnifetti, che raggiungiamo dopo aver risalito la breve traccia attraverso il Ghiacciaio del Garstelet ( 3647 m, ore 1 e 20 min.).
Qui al rifugio troviamo una nutrita, cosmopolita, compagnia di alpinisti, ma soprattutto siamo accolti da un genuino e abbondante banchetto, e malgrado le raccomandazioni della nostra guida, ci siamo,  volentieri, fatti corrompere, così con la pancia piena, la testa un po’ frastornata …dall’effetto dell’alta quota!! Data una distratta occhiata alle luci di Milano che brillano laggiù in pianura, ci siamo rintanati nelle nostre brande pronti per un bel sonno rigenerante.  

Dislivello totale di salita
667 m.
Tempo totale di percorrenza
2 ore e 40 min.


Secondo giorno

Dopo una notte insonne ( altro che rigenerante), la sveglia è squillata alle quattro e un quarto, giusto il tempo per darsi una rinfrescata, di trangugiare una fugale colazione, indossare l’attrezzatura e via tutti legati in cordata sul fresco ghiacciaio ( -15°c, e vento a circa 45 Km orari). Risaliamo fin da subito il pendio iniziale del Ghiacciaio del Lys in direzione nord. Proseguendo sulla banchisa ghiacciata ( continuando a correggere la rotta per contrastare il forte scarroccio) transitiamo ai piedi della Piramide Vincent e il Corno Nero , sulla sinistra è sempre ben visibile  il Lyskamm, poi  saliamo più dolcemente in direzione del Colle del Lys ( 4280 m) dal colle è ben visibile la nostra meta “Capanna Margherita” (vista da qui sembra un miraggio irraggiungibile) ora scendiamo leggermente costeggiando la Punta Parrot e passando sotto ai suoi seracchi. Alla base della Punta Gnifetti aggiriamo a sinistra fino a risalire al passo Gnifetti, siamo a quota 4450 m, da quest’ultimo  ci inerpichiamo stremati sul ripido ma breve versante ovest della Punta Gnifetti, raggiungendo così il sospirato rif. Capanna Regina Margherita ( 4554 m, ore 3 e 30 min.). Dalla cima si gode una fantastica vista su tutte le cime del Monte Rosa, sul Cervino, e in lontananza, sul maestoso Monte Bianco.
Dopo la breve e meritata sosta, siamo ridiscesi a ritroso sul medesimo tracciato fatto nell’andata, fino a giungere nei pressi del rif. Gnifetti,  digradando oltre sull’evidente tracciato fino al vicino e sottostante rif. Mantova ( 3498 m, ore 2.). Fatta una breve pausa, siamo ridiscesi sul sentiero che dal rifugio tra pietre e neve, e parzialmente attrezzato,  ci riporta sul Ghiacciaio di Indren, evitando così di transitare ai piedi del Stolemberg raggiungiamo direttamente la vicina stazione del nuovo impianto di cabinovia ( 3275 m, 40 min.) che ci riporta comodamente al passo dei Salati, e da qui con gli impianti di Alagna ritorniamo giù in vallata.

Dislivello in salita 1050 m. ( discesa 1280 m.).
Tempo totale di percorrenza
6 ore e 10 min.

Note

Necessaria tuta l’attrezzatura d’alpinismo: corda, piccozza, ramponi e un ottimo vestiario d’alta montagna (Giacca antivento, guanti- calze-berretto invernali) accessori per il sole (occhiali scuri, crema solare, berretto leggero) vestiario antipioggia (giacca e copri-pantaloni). Utile inoltre avere a disposizione qualche medicinale per il mal di testa ( l’alta quota vi può rovinare questa irrepetibile esperienza). Al rifugio di pernottamento, evitate abbuffate, perché causa l’alta quota, sia la digestione che il riposo notturno sono alquanto “difficili”. È indispensabile affrontare il trek con un’esperta Guida Alpina.

Curiosità

Monte Rosa, o Mons Sylvius o Momboso.  Sempre lui il grande fiore di ghiaccio che si affaccia sulle pianure. Nitido sopra le risaie del vercellese nei pomeriggi di vento, si vela di rosa all’alba e al tramonto ( ma attenzione: il toponimo Rosa non deriva da quel particolare colore, bensì da un antico termine patois,
RÖSA, che significa ghiacciaio). Come sosteneva Leonardo da Vinci, quel del Rosa è il gruppo montuoso più imponente della catena alpina: ben 30 sue cime superano quota 4000 metri ( sulle 82 complessive delle Alpi). La nostra meta capanna Regina Margherita appollaiata a quota 4554 m. di punta Gnifetti, è il rifugio alpino più elevato d’Europa, fu inaugurato il 18 agosto del 1893 con la presenza della Regina Margherita. Il rifugio laboratorio fu molto importante per i studi della medicina d’alta quota.



Fotografie:   

 
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