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6.9 ferrata “Spigolo Bandiera”
M.Spino
Le numerose spelonche disseminate sul Pizzocolo e lo Spino, in passato erano il nascondiglio ideale, oltre che per le streghe, anche per i briganti, e uno di questi, il leggendario “Formentù” aveva adibito a sua dimora una grotta posta sulla parete orientale del Pizzocolo, dove la piccola apertura d’accesso è costantemente celata dalla vegetazione, e per entrarvi l’unico modo è quello di calarsi dall’alto, e comunque il nascondiglio era sicuro anche grazie alla complicità delle credenze dell’epoca, in cui era convinzione comune che nelle grotte soggiornassero le famigerate streghe, e pertanto a nessuno sarebbe passato per la testa di addentrarsi nella buia spelonca. Comunque il brigante per vivere nella clandestinità aveva bisogno del supporto di una ragazza del luogo, con la quale aveva un rapporto amoroso, e che ad un segnale convenzionale, periodicamente calava giù dall’alto un cesto con i viveri. La ragazza era originaria della Val di Sur, e fu proprio lei che per gelosia lo tradì, e un bel giorno si presentò all’appuntamento, solo che una volta uscito allo scoperto, il brigante oltre al cesto dei viveri trovò la sorpresa anche dei gendarmi che lo arrestarono, mettendo così fine alle sue leggendari scorribande. L’epica storia delle gesta del brigante Formentù è da collocarsi intorno alla seconda metà dell’ottocento.
Lasciata l’auto al “Colomber” di Gardone Riviera (405 m), ci incamminiamo sul pianeggiante stradello seguendo l’indicazione del segnavia n°1, che dirigendo a ovest esce dal piccolo abitato inoltrandosi nel profondo e ombreggiato solco della “Val di Sur”. Proseguendo lungamente sul pianeggiante tracciato, e costeggiando il torrente Barbarano, giungiamo alla località le Gemelle ( 952m, ore 1) dove lasciato il segnavia fin qui seguito, ci inerpichiamo sulla traccia alla nostra sinistra che porta in breve all’attacco del Spigolo Bandiera (10 min.). La liscia e ripida falesia è ben attrezzata, e oltre al cavo di sicurezza la roccia offre spesso appigli e appoggi. Alla fine della risalita ci ritroviamo al cospetto del pennone sul quale sventola il Tricolore (40min.), e da lì raggiungiamo l’adiacente rifugio Pirlo allo Spino (1165m). Tralasciato il sentiero che sale al M.Spino, dirigiamo a est sul sentiero n°3 per il passo dello Spino, e da lì a poco, nei pressi dell’impianto delle reti di cattura (predisposte per il monitoraggio dei uccelli migratori) scorgiamo un’invitante seconda via attrezzata dedicata a “Ernesto e Franco” una via breve, ma con dei passaggi veramente impegnativi e adrenalinici, e così in (20min.), tra salita e discesa, ritorniamo sul sentiero che in breve ci porta al vicino passo dello Spino. Dal passo, importante crocevia di più sentieri, imbocchiamo il n°8 (sentiero da noi più volte percorso per risalire sul Pizzocolo) e percorrendolo verso sud, transitando per caratteristici e antichi Roccoli di caccia, il sentiero si immette poi sulla scoscesa e tortuosa carrozzabile che ci riporta direttamente al Colomber ( 1 ora e 50 min.).
Dislivello max. 760 m.
Tempo totale di percorrenza 4 ore.
Come raggiungere il punto di partenza.
Percorrendo la Gardesana occidentale, tra le cittadine di Salò e Gardone, sulla nostra sinistra scorgiamo le indicazioni per S.Michele che ci indirizzano per una tortuosa strada che porta su al paese, e da lì seguendo ulteriori indicazioni perveniamo al ristorante”Colomber”, dove lasciata l’auto diamo inizio alla nostra scarpinata.
Note
Per quanto riguarda la difficoltà delle vie ferrate vi invito come sempre a consultare le dettagliate relazioni sul sito delle “Vie ferrate”, mentre per quanto riguarda il sentiero di rientro, dal passo Spino è possibile calare nuovamente giù nella valle del Sur imboccando il sentiero n°1 che scende alla nostra destra.
Fotografie: