21.9 Val di Concei - GrEsGa

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21.9  dalla Val Concei al rif. Pernici

A Pieve di Ledro, abbandoniamo l’omonima valle per imboccare la laterale nord val Concei, qui proseguiamo verso Lenzumo, e prima di entrare in paese, nei pressi di un capitello, incrociamo sulla destra un bivio con le indicazioni per il rif. Pernici, seguendo le indicazioni transitiamo vicino a una segheria, qui la strada sempre asfaltata diviene più stretta e s’inoltra nel bosco, dopo pochi  chilometri lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo antistante un vecchio fienile ( 920 m circa), proprio là dove il sentiero n°403 abbandona la carrozzabile e si infila nella “Val da Vai”. Dopo aver superato un prato e un ultimo vecchio fienile “Bortolimec” iniziamo a risalire la recòndita e selvaggia valle, fino a incrociare una prima strada forestale ( 1220m, 35 min.) la ignoriamo e proseguiamo la faticosa risalita sul sentiero 403 il cui tracciato ora si fa ancor più irto fino a raggiungere una seconda strada forestale che seguiamo verso sinistra fino a sbucare sulla vicina carrozzabile della “Val dei Morti” (1450 m, 30 min.). Qui ci soffermiamo a visitare una interessante postazione austroungarica (trincee e grotte) con privilegiata vista sulla val di Ledro, poi riprendiamo il cammino sul sentiero 403, che ora segue il tracciato della carrozzabile , transitando così da malga Trat ( 1500 m, 10 min.) e con ultimo strappo guadagnando la soprastante Bocca di Trat e il vicino rif. Pernici ( 1600 m, 20 min.). Da quassù ci gustiamo, oltre a un buon panino, un spettacolare panorama sull’ampia val del Sarca incorniciata da una corolla di monti ( Pichea, Misone, Stivo e Altissimo) a sud uno scorcio sul nostro luccicante Garda e a nord il piccolo bacino di Molveno adagiato ai piedi della Paganella. Dopo la breve pausa riprendiamo l’escursione puntando verso sud sul segnavia n°413 aggirando così il versante orientale del “Dos Dei Seaoi”  fino a giungere alla Bocca di Saval (  1740 m, 50 min ) dove si trovano i resti di un ospedale militare austroungarico. Valicando il passo verso ovest, seguiamo per un breve tratto il sentiero n°454 per malga Saval,  per risalire poi una evidente traccia che si stacca sulla nostra destra e ci porta alla sovrastante croce del M.Caret ( 1793 m, 25 min.). Ritornando sui nostri passi qualche decina di metri troviamo una palina indicante un sentiero per malga Trat “Sentiero delle Vacche”, inizialmente il sentiero cala velocemente di quota dal scosceso versante nord, per poi addolcirsi in un lungo traverso fino a ricondurci a malga Trat ( 50 min.). Da qui, per ritornare al punto di partenza senza dover ripetere a ritroso la Val da Vai, decidiamo di mantenerci sulla lunga, monotona e asfaltata carrozzabile della “Val dei Morti” ( ore 1 e 20 min.).

Dislivello max. 850 m.
Tempo totale di percorrenza
5 ore.


Note
L’escursione si svolge su sentieri perlopiù ben segnalati, fa eccezione il breve tragitto che da bocca Saval porta sulla cima del M. Caret, e  il successivo che scende dal monte stesso per malga Trat, comunque prima la croce di vetta ben visibile sulla cima del monte e poi una tabella in legno che indica la via per malga Trat dissolvono ogni dubbio. La lunghezza del tragitto e la considerevole pendenza incontrata nel risalire la Val da Vai e nel ridiscendere la lunga carrozzabile di ritorno al nostro parcheggio, richiedono un buon allenamento di gambe e dei collaudati ammortizzatori per le  ginocchia. In alternativa è possibile accorciare di molto l’itinerario, sia di andata che di ritorno, proseguendo con l’auto sulla carrozzabile fino a parcheggiare direttamente a malga Trat.

Curiosità
Il macabro toponimo della “ Valle dei Morti” risale a una antica battaglia tra Veneziani e Viscontei che ebbe luogo proprio qui nel 1439. In tempi più recenti, nel corso delle prima guerra mondiale la Bocca di Trat, valico tra la val di Ledro e il Basso Sarca, fu presidiata in forze dall’esercito austroungarico, nel 1916 fu comandata dal capitano von Riccabona. Bocca di Saval, fu un centro di grande importanza bellica in quanto sede del Comando del settore austriaco, di un ospedale da campo e punto d’arrivo di varie teleferiche da Campi a Malga Grassi.


Fotografie:   


 
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