29.9 Ortigara - GrEsGa

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29.9   M.Ortigara

Oggi la passione per i monti unita alla curiosità storica ci porta sull’altopiano di Asiago, dove una volta raggiunto proseguiamo per Gallio, da qui seguiamo le indicazioni per il M.Ortigara transitando per gli impianti sciistici di Campomulo prima e per la spianata di Campomuletto poi, ora inizia un lungo, tortuoso e sconnesso sterrato,  ritornando infine su un breve tratto  asfaltato  che termina giusto nell’ampia radura di piazzale Lozze, 18 Km da Gallio (1771 m).
Una volta parcheggiata l’auto imbocchiamo il vecchio sentiero militare ( n°841) che parte nelle vicinanze dell’area pik-nik, dirigendo verso nord incontriamo da lì a poco i primi manufatti militari e subito dopo, a quota 2098m  giungiamo all’osservatorio Torino ( ore 1) interamente scavato nella roccia e realizzato su più livelli, munito di diverse finestrelle con vista sulla Valsugana e sulla brulla vetta dell’Ortigara. Ritornati sul nostro sentiero, risaliamo  verso sud fin alla selletta  ai piedi di cima Caldiera, ignoriamo l’irta salita alla vetta per proseguire la nostra marcia attraversando dedali di trincee e camminamenti, passando su fessurati “campi carreggiati” fino a scendere nella depressione del Pozzo della Scala ( 2004 m, 20 min.), in questa conca riparata alle spalle del M.Campanaro ritroviamo ulteriori manufatti di ricovero e trincee, per uscire da questo sicuro rifugio ( per gli Alpini della 52ª divisione rappresentava l’ultimo riparo utile prima dell’assalto all’Ortigara) seguiamo il camminamento in trincea, transitando alle falde meridionali del M.Campanaro e digradando su un ripido e sconnesso sentiero nel vallone Dell’Agnellizza, ( questo passaggio obbligato esponeva i militari italiani al fuoco dei austriaci ben piazzati sull’Ortigara). Risalendo l’opposto costone  abbandoniamo l’avvallamento, qui il sentiero dirige verso nord fino al passo dell’agnella, dove troviamo il  caposaldo austriaco di quota 2003 (25 min.), e con un ultimo “rush” finale risaliamo l’irto spallone settentrionale del storico monte, agevolati da alcuni gradini scavati nella roccia e da funi di cortesia, risalendo una galleria a sviluppo elicoidale ( sede di un strategico nido di mitragliatrici austriache) raggiungiamo prima il cippo Austriaco (2086 m, 15 min.) e poi il vicino monumento italiano “Colonna Mozza” sull’Ortigara  (2106 m, 10 min). Nel ritorno seguiamo il sentiero dei “Eroi” n°840, con segnaletica verde-bianco-rossa,  che scende dal pendio Sud-Est, passando tra i baraccamenti austriaci e la famosa linea fortificata “Mecenseffy" fin giù nel sottostante vallone, proseguendo arriviamo al Baito Ortigara (1973 m, 20 min.) e mantenendoci sempre nell’avvallamento, immersi in una distesa di pini mughi, arriviamo prima alla madonnina del Lozze e poi alla vicina chiesetta commemorativa ( 35 min), da qui in breve ridiscendiamo al parcheggio di piazzale Lozze (15 min.).

Dislivello max.
335 m.
Tempo totale di percorrenza 3 ore e 40 min.

Note

La lunga e sconnessa carrozzabile sterrata che da Campomuletto porta a Piazzale Lozze è senza dubbio la parte più impegnativa della giornata, sia per l’auto che per i suoi occupanti. Per quanto riguarda invece l’escursione vera e propria, il sentiero di andata e ritorno sono entrambi ben segnalati e non presentano grosse difficoltà tecniche, gli unici punti dove prestare un po’ di attenzione, causa terreno ghiaioso e ripido, sono la discesa nel vallone dell’Agnellizza nell’andata, e successivamente la discesa dall’Ortigara nella sua parte conclusiva. L’abbigliamento e l’attrezzatura richiesta è la solita da escursionismo integrata da una torcia elettrica,  utile per visitare qualche galleria. La durata della nostra escursione dipenderà molto da quanto tempo decideremo di dedicare alla visita di questo vero e proprio museo all’aperto aiutati anche da utili cartelloni che troviamo disseminati lungo il percorso.


Curiosità

1917 il dramma dell'Ortigara

Il nuovo piano offensivo italiano prevedeva un massiccio impiego di materiali di artiglieria e di truppe allo scopo di sfondare tutto il fronte nord, dal Mosciagh all’Ortigara. Il 10 giugno la 52ª div. Alpina attaccava il monte Ortigara ed i limitrofi Chiesa e Campigoletti senza raggiungere gli obbiettivi principali. Dopo quattro giorni di accanita battaglia gli italiani attaccavano nuovamente, occupando la vetta dell’Ortigara. Le perdite erano già numerose. Una settimana dopo, il contrattacco dei reparti d’assalto austriaci costringeva gli italiani all’abbandono delle posizioni conquistate. L’operazione Ortigara era stata un fallimento ed era costata la perdita di quasi 28.000 soldati, contro i 9.000 austriaci fuori combattimento.

Fotografie:





 
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