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26.1 Novezza/Cima Telegrafo
Stamane il lancio della monetina ci riporta sulla vicina catena montebaldina e precisamente al Caval di Novezza, dove lasciata l’auto nell’ampio parcheggio a lato della carrozzabile Gen. Graziani ( 1390 m) proseguiamo lungo la stessa in direzione nord giungendo in breve al confine regionale col Trentino ( 1652 m, 30 min.) infilato sulla sinistra il sentiero Bovi risaliamo diagonalmente i pascoli verso il baito del Marocco, e prima di raggiungerlo deviamo sul segnavia n°66 che dirama ripido sulla nostra destra ( 1700 m, 35 min.) zigzagando tra i mughi il sentiero dirige verso il sperone roccioso della Cornetta, e da qui rimontiamo sul sovrastante sentiero segnalato col n°651 che corre a ridosso del crinale nei pressi di Forcella val Fontanella (2110 m, ore 1 e 10 min.) ora dirigendo a sud, transitando sotto punta pettorina e cima Telegrafo, raggiungiamo il ripidissimo sentiero che scavalca il crinale e porta al Rifugio Telegrafo (2147 m, ore 1). Qui al riparo dalla gelida tramontana ci ristoriamo, fisicamente e spiritualmente, infatti l’impareggiabile e ben noto panorama non finisce mai di stupirci, e come un benefico “reset” spazza via gli inutili e tossici pensieri che affollano il nostro hardisk….Foto di gruppo, e giù nuovamente sul sentiero 651, che stavolta seguiamo a ritroso verso nord, incrociando da lì a poco il sentiero bovi n°652, che tra intricati mughi con lungo traverso cala rapidamente di quota, e poco prima di raggiungere la carrozzabile Graziani, l’abbandoniamo per digradare più veloci verso valle seguendo un’evidente traccia che cala sulla nostra destra fino a sbucare nel sottostante pendio prativo e da lì raggiungiamo il nostro punto di partenza (ore 1 e 30 min.).
Dislivello max.757 m.
Tempo di percorrenza 4 ore e 45 min.
Lunghezza 10 Km.
Note
Anche oggi si sono rivelati indispensabili i ramponi per risalire i ghiacciati e scoscesi pendii orientali del monte, e in alcuni passaggi, nella discesa sul sentiero Bovi, per superare insidiosi gradoni rocciosi ci siamo aggrappati alle provvidenziali fronde dei pini mughi. Comunque per il resto l’escursione, visto anche il scarso innevamento, non ha presentato difficoltà particolari, solo un’incertezza nella parte mediana del sentiero n°66, causa il leggero e immacolato strato nevoso che nascondeva la traccia, ma individuato il sperone roccioso della Cornetta ogni dubbio si è dissolto.
Curiosità
Valanghe sul M.Baldo
Per il Baldo è un classico la caduta della “slensa” nei canaloni del versante orientale, sopra la strada Graziani, che un tempo isolavano le frazioni alte di Ferrara di Monte Baldo per mesi; ma è stata la tragedia del 13 dicembre 1916 la catastrofe nevosa del Baldo. Otto soldati morti allo Stallone del Cavallo di Novezza, decine i muli, dentro baracche di legno dal tetto di lamiera, travolti dalla frana di neve e rocce da Cima Valdritta (2218). Fortuna che il giorno prima un sergente maggiore di Montecchio Emilia, Ercole Denti, aveva molto insistito col comando per far scendere a Ferrara la compagnia di 150 uomini del 182° battaglione Milizia territoriale. Rimasero su una ventina fra telegrafisti e ufficiali. Il crollo avvenne col buio, alle 18. «Fu un urlo rombante», raccontò uno dei sopravvissuti, l’avvocato Vittore De Luca, «che diventò come una cannonata, urla e gemiti. Noi nello Stalòn ci salvammo, in parte, perché aveva i muri di pietra».