25.1 Folgaria e dintorni
Tanta neve, sole e cielo azzurro, ma inevitabilmente la bella giornata ha attirato anche una miriade di sciatori, che fin dal mattino hanno trasformato il tranquillo altopiano in una delle più affollate spiagge adriatiche di pieno agosto. Comunque, io e Tiziano, animati dalla frizzante brezza montana, lasciata l’auto nei pressi del centro fondo di Passo Coe (1610m) e imboccato il sentiero E5, dirigendo alla nostra sinistra (N-E), partiamo alla speranzosa ricerca di sentieri e boschi solitari, o almeno, poco contaminati dall’egoismo umano. Attraversate in un paio d’occasioni le piste da sci, ben presto il comodo e ben battuto sentiero “percorso ciaspole” si allontana dal caotico centro sciistico, e calando leggermente nell’ampio avvallamento, sempre con direzione N-E, in breve giungiamo al crocevia di Bocca Vallorsara (1621m). Qui seguendo le indicazioni per malga Pioverna Alta, il sentiero s’impenna su per il boscoso declivio alla nostra destra (E) e velocemente ci innalza sull’ampio terrazzamento di malga Pioverna (1740m, ore 1), il soleggiato pianoro offre un spettacolare panorama sull’intero altopiano folgaretano, e all’orizzonte svettano nitidi i massicci dell’Adamello, Presenella e Brenta, mentre nel profondo solco della Valsugana scorgiamo le acque del lago di Caldonazzo. Dopo una breve sosta contemplativa, riprendiamo la nostra ascesa verso monte, su per il pendio occidentale, raggiungendo in successione le stazioni delle seggiovie di Dosso Pioverna (1778m) e Costa d’Agra (1820m, 0,20min.) punto culminante dell’escursione. Dalla sommità del monte il panorama si amplia ulteriormente anche sulle valli e i monti che stanno a oriente, verso gli altopiani di Lavarone, Luserna, e la pianura vicentina. Lasciata alle nostre spalle la rumorosa e grigia cabina della seggiovia, ora caliamo dal pendio orientale, abbandonando definitivamente il caotico mondo dello sci, proseguiamo il nostro tranquillo cammino giù per ampie diagonali, e immergendoci nuovamente nel bosco, da lì a poco, più in basso, intersechiamo l’asfalto della strada provinciale, a pochi metri dal rif. Valbona (1690m, ore 1,20). La sosta nell’accogliente rifugio è l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con i simpatici e cordiali avventori, e su loro indicazione, invece di incamminarci direttamente sull’asfalto della SP92, per il ritorno imbocchiamo il sentiero n°525, che dirigendo a S-E s’inoltra nel fitto bosco. Nell’ovattato e immacolato sottobosco della Valbona, le indicazioni bianco/rosse sono ben nascoste dalla spessa coltre, e così ci affidiamo alle tracce lasciate da escursionisti precedenti, e più avanti, quando il tracciato tende a diverge ancor più verso oriente, abbandoniamo la sicura traccia per seguire una traiettoria che dirigendo decisamente verso S-W, ci porta a recuperare il tracciato della strada provinciale, proprio in prossimità di un’area parcheggio (1550m circa, ore 1), e camminando ora sul monotono asfalto, transitando per la ex base Nato, concludiamo il nostro periplo a Passo Coe (35 min.).
Dislivello Max. 350m.
Tempo di cammino 4 ore.
Lunghezza percorso 10 KM.
Fotografie: 