15.6 M. Baldo SS. Benigno e Caro - GrEsGa

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14.6 M.Baldo S.Benigno e Caro
Per non perdere l’abitudine, anche solo in due gatti, ma alla nostra uscita settimanale non vogliamo rinunciare! E così dopo molto tempo siamo ritornati sull’irto sentiero n°1 del M.Baldo che dall’abitato di Cassone (89 m) sulla sponda veronese del lago di Garda, immersi nella macchia mediterranea, tra antichi coltivi d’olivo, rasentando caratteristici muri a secco, prima su fondo cementato e poi acciottolato, ma sempre arrancando su per ardita pendenza, raggiungiamo  l’eremo dei SS. Benigno e Caro (834 m, ore 1 e 40min.). Dopo la doverosa visita all’interno della misteriosa spelonca scavata nella roccia, e situata alle spalle dell’eremo stesso, proseguiamo sul sentiero che dirige verso N-E attraversando la Val dei Molini, pervenendo così alla Porta del Vescovo ( 870 m, 25 min) massima elevazione dell’itinerario di oggi, e da qui proseguiamo per Malga Fiabio ( 721m, 15 min.). Dopo la sosta siamo ritornati sui nostri passi fino al vicino innesto col scosceso sentiero n°9 che scende verso il Garda. Lungo il percorso, in loc. Pozzo Barchet incrociamo il sentiero n°659 che proviene da Malcesine, lo ignoriamo e proseguendo sull’insidiosa discesa da lì a poco  transitiamo per una caratteristica zona disseminata di giganteschi massi, testimoni di una enorme frana (I Granei) e in breve arriviamo in vista delle prime abitazioni che delimitano l’area nord di Cassone, attraversato per intero il piccolo borgo in direzione sud ritorniamo al comodo parcheggio, nei pressi del campo sportivo ( ore 1 e 25 min.).

Dislivello max.
800 m.
Tempo totale di cammino
3 ore e 45 min.
Lunghezza del percorso
10 Km.

NOTE

Itinerario non proprio alpinistico, ma l’ardita pendenza ( in alcuni punti si supera il 40?) nell’andata mette a dura prova i polpacci, mentre il ritorno è un vero calvario per la punta dei piedi e ginocchia, pertanto oltre a un buon allenamento sono d’obbligo delle adatte calzature da montagna. L’itinerario si presta per tutto l’anno, ma personalmente, come per tutte le medie e basse quote della zona Lago, è da evitare nelle ore più calde e afose della giornata.

Curiosità

“L’eremo di S.Benigni” Lo chiamano così nell’alto Garda, per esteso sarebbe dei Santi Benigno e Caro, due eremiti che vivevano fra preghiere e digiuni, cibandosi di bacche, radici, erbe selvatiche e rade colture nell’ortaglia coltivata vicino alla loro grotta. Erano rispettati da tutti, anche dalle fiere che allora popolavano la catena baldense. Correva l’ottavo secolo d.C, ed a Verona il re franco Pipino ed il vescovo Rotaldo avevano un problema: Le sacre spoglie di S.Zenone, il vescovo moro evangelizzatore, andavano traslate nella nuova basilica, ma a nessuno era dato di sollevarle, non c’era persona degna di pari santità, nessuno riusciva nemmeno ad avvicinarsi al sarcofago del patrono della città. Si chiamò l’eremita Benigno che col suo discepolo Caro calò dalle selve del Baldo, arrivarono in barca e a piedi, assolsero con tutta semplicità il loro mandato. Poco dopo aver fatto ritorno alla loro isolata spelonca, scavata alle pendici della boscosa e ripida pala di S.Zeno, il 26 luglio 808, Benigno morì, e Caro lo segui dopo pochi giorni.

Fotografie:  





 
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