23.9 Tridentina - GrEsGa

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Vie ferrate > 2010

23.9   Ferrata Brigata Tridentina

Fantastico!! Finalmente oggi è arrivato il momento tanto atteso, la salita al rifugio Cavazza al Pisciadù, risalendo la famosa ferrata "Tridentina".
Raggiunto il passo Gardena, scendiamo lungo la sinuosa S.S 243 in direzione Col Fosco, fino all'ottavo tornante, raggiungendo così il piazzale di una vecchia cava posta  alla base della parete nord del gruppo del Sella, e qui parcheggiamo l'auto.
Dal parcheggio ( 1950 m) seguiamo le indicazioni che dirigono verso est per la Tridentina, pervenendo così in leggera salita, all'attacco della via attrezzata ( 15 min.). Inizialmente assicurati a un cavo metallico che corre orizzontale e risalendo una serie di gradini verticali superiamo una prima paretina che ci porta a guadagnare il terrazzo sommitale della cengia  a ridosso della parete nord del Sella, fino a intersecare sulla nostra destra il sentiero proveniente direttamente dal Passo Gardena, qui proseguiamo sulla nostra sinistra fino a pervenire alla targa commemorativa che ufficializza l'inizio della via ferrata Tridentina ( 2075 m). Questo secondo tratto della via attrezzata risale parallelo alla scrosciante cascatella che scende dal lago Pisciadù, un alternarsi di tratti verticali e traversi, molto esposti ma ben attrezzati con funi e pioli, risaliamo fino a raggiungere l'incombente parete della Torre Exner, dove sulla nostra sinistra si diparte un irto sentiero che permette di raggiungere direttamente il sovrastante rifugio, evitando così l'ultima e più impegnativa frazione di ferrata. Proseguendo invece sulla ferrata, risaliamo sulla nostra destra la verticale Torre, e tra funi, pioli, e scalette raggiungiamo l'ardito ponte sospeso a quota 2430 m, che ci permette di superare il profondo baratro che separa la Torre Exner dal massiccio roccioso del Sella. Il superamento del ponte determina la fine della ferrata Tridentina ( ore 2 e 35 min.), da qui seguendo l'evidente  sentiero raggiungiamo il rifugio Cavazza al Pisciadù e l'omonimo laghetto ( 2587 m, 20 min.). Seduti sulle panche della terrazza assolata del rifugio, gustandoci la meritata birra, ci lasciamo conquistare dall'affascinante paesaggio che ci circonda, di fronte a noi svetta la superba cima del  Pisciadù ( 2985 m) che si specchia nelle acque cristalline  raccolte nel catino del sottostante laghetto. Volgendo lo sguardo verso nord ammiriamo il panorama offertoci dalla sottostante vallata e dall'abitato di Colfosco , e cercando di dare un nome a tutte le maestose cime che ci circondano, i ricordi corrono indietro nel tempo quando ci dilettavamo a percorrere i  famosi "quattro passi" con gli sci ai piedi.
Per il ritorno imbocchiamo il sentiero n°666 che scende in direzione ovest lungo la selvaggia Val Setùs, inizialmente molto scosceso, e per questo attrezzato con funi, e in seguito un po' meno ripido però reso scivoloso dal ghiaino che ne ricopre il fondo, arrivati a poche centinaia di metri dal parcheggio, ignoriamo le indicazioni del sentiero n°666 che dirige a sinistra per il Passo Gardena, e proseguiamo in discesa per il canalone  fino a raggiungere l'auto ( ore 1 e 10 min.).

Dislivello max  640 m.
Tempo totale di percorrenza ore 4 e 20 min.

Note:

Già dalle auto parcheggiate nell'ampio piazzale, ci rendiamo conto che anche se fine settembre e  metà settimana, ci dobbiamo rassegnare a fare la fila.  
Ovviamente oltre al normale abbigliamento da escursionismo è necessario il kit da ferrata, completo di imbragatura e l'immancabile caschetto, ma soprattutto un buon allenamento e mancanza di vertigini.
L'attacco iniziale, all'incontrario di altre ferrate, non è particolarmente difficoltoso, però bisogna prestare particolare attenzione a non scivolare, infatti la roccia è alquanto levigata, causa del passaggio dei numerosi frequentatori, ed inoltre essendo esposta a nord è alquanto umida. L'affollamento di questa via attrezzata ci impegna a prestare molta attenzione a non smuovere pietre durante la progressione. Comunque il passaggio più impegnativo è senz'altro l'ultimo tratto che risale verticalmente la Torre Exner. Il ritorno invece si è rivelato rapido ma monotono, e bisogna prestare attenzione a non scivolare sul ripido pendio ghiaioso.
Per la descrizione dettagliata della ferrata vi consiglio di consultare il sito amico  www.vieferrate.it

Curiosità

Il Gruppo del Sella, castello del Gral dei Ladini, è percorso solo da due vie ferrate, ma di notevole difficoltà.
Si tratta della via ferrata delle Mèsules che è la più antica via nelle Dolomiti di questo genere e della ferrata del Pisciadù, detta via ferrata Tridentina, perché nel 1968 un gruppo di alpini della brigata Trento la tracciarono e ne fissarono gli ancoraggi.
Il rifugio Cavazza al Pisciadù fu costruito nel 1903 dalla sezione di Bamberg del Club Alpino Tedesco-Austriaco col nome di Bamberger Hütte. Nel 1942 il rifugio fu acquistato dal C.A.I di Bologna che lo intitolò al Dott. Franco Cavazza, socio della sezione bolognese e caduto in Albania nel 1941 durante la seconda guerra mondiale.


Fotografie    




 
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