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31.03 Dal Lago a Prada alta
Poco prima di raggiungere il cimitero di Castelletto, abbandoniamo la Gardesana orientale e risalendo la ripida e tortuosa strada che s’inerpica sul versante occidentale del M. Baldo, seguiamo le indicazioni per il borgo medievale di Biazza “Biasa”.
Da Biasa ( 135 m) imbocchiamo la mulattiera ciottolata segnalata con il n°655, il tracciato si arrampica sulla massima pendenza del monte tra le balze coltivate ad olivo, poi attraversando la fascia di bosco ceduo di roverella, carpino e frassino fino a intersecare la strada che collega S.Zeno a Brenzone, ( 40 min.), attraversatala continuiamo sul nostro sentiero fino a giungere alla bella e antica “ fontana coperta” ( 560 m, 15 min.), poco oltre tocchiamo l’antica contrada “ Le Cà” ( 637 m, 15 min.), da qui inizia la fascia dei maestosi castagni, dei veri e propri monumenti che ci accompagnano fin sull’altopiano di Prada ( 1000 m, ore 1).
Nel ritorno seguiamo per qualche centinaio di metri verso nord la carozzabile che porta a Brenzone, fino ad imboccare i sentieri n°33 e 34 che scendono nel bosco, inizialmente ricalcando il medesimo tracciato, per poi separarsi, da qui seguiamo il n°34 in direzione di Campo, durante la discesa cambiamo segnaletica, e seguendo le nuove paline indicative apposte dal comune di Brenzone, scendiamo direttamente alla località Fasor e all’adiacente Biasa, concludendo così la nostra escursione ( ore 2 e 20 min.).
Dislivello max. m. 865
Tempo totale di percorrenza 4 ore e 40 min.
Note
L’escursione di oggi è senza dubbio molto semplice e alla potata di tutti, l’unica raccomandazione necessaria, dato il considerevole dislivello, serve un discreto allenamento di gambe e fiato, e come sempre l’abbigliamento da escursionismo e una buona scorta d’acqua. Il comune di Brenzone ha predisposto un’ulteriore segnaletica che ricalca in più tratti i sentieri del CAI, e sono molto apprezzabili anche le tabelle esplicative dove si possono leggere interessanti notizie a riguardo della vita di questo versante montebaldino.
Curiosità
Lungo e bell’itinerario che dalla sponda del lago raggiunge il crinale baldense con percorso vario e attraente. Il selciato che pavimenta le irte mulattiere è segnato dai solchi delle slitte “Sbarùsole” usate nei tempi passati per il trasporto a valle di legna, fieno ecc. e dove il pendio è più marcato, sono ancora visibili i ganci infissi nella roccia per frenare con corde la discesa delle slitte.
Il versante occidentale del M. Baldo, a causa del fenomeno carsico di infiltrazione e scorrimento sotterraneo dell’acqua, dovuto alla natura calcarea delle rocce, è estremamente povero di acque superficiali. È comunque nella fascia compresa tra i 200 e 600 m di quota che si trovano alcune sorgenti di portata limitata e intermittente. In passato queste piccole sorgenti hanno rappresentato una risorsa idrica importante per i piccoli insediamenti e per gli abitanti delle contrade più isolate. Attorno a tali preziose risorgive venivano realizzate fontane di diverse dimensioni, con piccoli bacini di raccolta, per consentire un certo accumulo di acqua anche per periodi di secca. Fontana coperta è uno dei esempi più belli, costituito da un cunicolo chiuso con soffitto a volta, che consente lo scorrimento e la raccolta dell’acqua che si riversa in una vecchia vasca in pietra rossa attraverso una cannella.