18/12 M.Zebio - GrEsGa

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Vie normali > 2014

Altopiano di Asiago
M.Zebio
18/12

I monti e i boschi dell’altopiano di Asiago sono indubbiamente ricchi di fascino paesaggistico e di bellezze naturali, ma ogni volta che ci ritroviamo a camminare per i suoi sentieri, non possiamo evitare di venire travolti dalle indelebili testimonianze della Grande Guerra. Proprio qui, tra le alture dell’Ortigara e del M.Zebio, dal luglio 1916 e il dicembre 1917, tra assalti e contrassalti, per la conquista di poche decine di metri, i fanti della Brigata Sassari sacrificarono la propria vita. Dal centro di Asiago proseguiamo in auto fino al vicino aeroporto e contrada Rigoni di Sotto, dove imboccata via “Val Giardini” in breve, giungiamo nei pressi di Casa Sant’Antonio, punto di partenza della nostra escursione (1150 m). Imboccato a S il comodo viottolo n°832 B, agevolmente risaliamo l’erboso dosso di Pultarache, e immortalato uno splendido scorcio sulla sottostante conca d’Asiago, compiendo un ampio giro in direzione N, da lì a poco il sentiero scompare nell’oscura selva d’abeti. All’ombra del fitto bosco l’aria si fa ancor più frizzante, e alternando tratti pianeggianti a facili risalite, incrociata la forestale che alla nostra destra cala giù alla Puntara del Lom e a sinistra porta a “Forte Interrotto”, persistendo sull’indicazione del segnavia 832B, d’improvviso scorgiamo i primi manufatti della Grande Guerra, che preludono il nostro arrivo al cimitero militare della Gloriosa Brigata Sassari (1585 m, ore 1,20) e del sovrastante bivio, in prossimità del rifugio Stalder (1600 m, 10min.). Il silenzio del bosco, e il candore della neve, solennizzano ancor di più il Sacro luogo, e il brivido che ci pervade, più che dal freddo è dato dal leggere i nomi dei militi sardi, che ignari del loro destino, si sono ritrovati qua su, a combattere loro malgrado un’ennesima, assurda guerra. Abbandonando momentaneamente il sentiero per M.Zebio, calando nel bosco verso W, seguiamo le indicazioni che portano al cimitero austro-ungarico del Moschiag (1513m, 20 min.). Dopo la doverosa visita, ritornati sui nostri passi fino al rif. Stalder (20 min.), riprendiamo il nostro cammino a N, lungo il segnavia 832, e abbandonata la folta abetaia, camminando sull’innevata prateria alpestre, giungiamo sulla cima della Lunetta di Zebio (1674 m, 20 min.) dove un’evocativa stele è lì, a ricordare l’immane tragedia dell’esplosione della Mina di Scalambron. La monumentale stele, realizzata nel periodo fascista, riporta volutamente una versione non reale dell’accaduto, poiché in realtà, alle 17.30 dell’8 giugno, probabilmente a causa di un forte temporale, è stata la mina italiana a esplodere intempestivamente con due giorni di anticipo, e l’imprevista deflagrazione, causò la morte di 120 soldati della brigata Catania. Proseguendo poi a N, in breve caliamo giù nella conca di Malga Zebio (1690 m, 25 min.), dove al riparo della fresca brezza, ci accampiamo per la nostra pausa ristoratrice. Lasciati in alto alla nostra sinistra E i ruderi austriaci della “Crocetta di Zebio”, e imboccata la carrareccia che si allontana a S, in breve caliamo nella radura del Bivacco dell’Angelo (1656 m, 10 min.), altro luogo di eroiche azioni. Abbandonando ora definitivamente la brulla sommità dello Zebio e ritornati nella folta abetaia, caliamo a S/E lungo la “Puntara del Lom” fino a confluire più in basso, sulla strada forestale (1440 m, 25 min.), ove proseguendo sulla lunga discesa, alternando brevi tratti asfaltati al genuino sterrato, transitando per Croce di S.Antonio (1395. 10 min.) alla fine concludiamo al nostro punto di partenza (45 min.).

Dislivello assoluto 540m.
Tempo di camino ore 4,25.
Lunghezza tragitto Km 14.
Fotografie:


 
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