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15.3 Valle di Ledro “Senter de Croina”
Giunti in val di Ledro proseguiamo oltre l’omonimo lago fino a raggiungere Tiarno di Sotto, e da qui seguendo una stretta e tortuosa stradina, usciamo dall’abitato in direzione N-
Proseguendo sulla carrozzabile, da lì a poco raggiungiamo il ponte sul rio Gabuz, qui ignoriamo le indicazione per bocca Giumella, e proseguendo sulla nostra destra seguiamo il segnavia n°415 che risale la val di Croina. La carrozzabile in costante salita si snoda tra vecchi fienili trasformandosi poi in sentiero, e nei pressi di malga SAT deviamo decisi sulla nostra sinistra, inerpicandoci faticosamente sulle pendici meridionali del M.Nozzolo. Dirigendo verso est, a mezza costa e immersi nel folto di una bella faggeta, attraversando una brulla scia di nuda terra, testimone di recenti frane, la tracia punta dritta alla sovrastante forcella della Bocca di Vies ( 1605 m, ore 2) massima elevazione del nostro tragitto. A questo punto, calpestando un tardivo manto nevoso, caliamo brevemente sul versante opposto, e sul breve tragitto scorgiamo la singolare scenografia con vista sul lago di Ledro e come sfondo una bella porzione delle cime montebaldine, da qui raggiungiamo agevolmente la vicina Malga Vies (1555 m, 30 min.). Al caratteristico roccolo da caccia, appollaiato sul sovrastante e panoramico dosso, ci aspettano due vagabondi cani da caccia, impazienti di condividere con noi un pò di compagnia….e il panino con lo speck, che ci stiamo prestando ad addentare. Dopo la sosta ristoratrice ripercorriamo a ritroso la stessa via fatta all’andata ritornando così al ponte Romano di Croina ( ore 2).
Dislivello max. in salita 635 m.
Tempo di percorrenza 4 ore e 30 min.
Distanza percorsa 12 Km.
Note
Non bisogna farsi ingannare dal modesto dislivello, infatti i 635 metri di risalita si sviluppano sù per un ardito pendio, e anche se agevolati dal zig-
I toponimi e le piante
Gran parte del territorio della Val di Ledro si dispone su quote medie comprese tra i 600 e i 1300 metri. La vegetazione presente in questa vasta area è quella del bosco misto composto da faggi, pioppi, betulle, aceri, olmi, querce, noci, piante i cui nomi si ritrovano abbondantemente anche nella toponomastica.
Forse il nome dell’albero che ha prodotto maggior numero di toponimi è quello del faggio, detto in dialetto “fó” o più di frequente “ciòch”. Sono quasi sempre boschi di faggi, i luoghi chiamati: Fò a Bezzecca, a Pieve e a Molina, dove un tempo le grandi latifoglie servivano per la difesa dell’abitato di Barcesino dai detriti alluvionali. Con il toponimo Ciòch sono poi composti numerosi altri toponimi, come a Tiarno di sotto ritroviamo: Capitèl dei Ciòch, Pra dei Ciòch, Val dei Ciòch.
Anche il nome del cerro (cèr con i derivati Cerì, Ceré) ha prodotto varie serie di toponimi. A Tiarno di Sotto il Ceré (con il Tóf de Ceré e la Via de Ceré).
Toponimi composti con il nome del frassino sono presenti solo a Pieve e a Tiarno di Sotto : Fràssegn, Dòs dei Fràssegn, Val dei Fràssegn ecc…).
A Tiarno di Sotto troviamo la presenza del carpino e nei toponimi: Curnai, Curnaì, Curnaséi.
I fitonimi composti con avèz “abete bianco” ( dal latino ABIES abete” corrispondono a luoghi situati al di sopra dei 1000 m. come l’omonimo rilievo montuoso “cima de Lavèz e Dòs de l’Avèz” entrambi al confine tra Bezzecca e Tiarno di Sotto.Anche i toponimi composti con i nomi locali dell’abete rosso si collocano a Bezzecca al di sopra dei 1200 m, Peghèra ( dal latino PICARIUS) che ha ispirato il nome dei luoghi come: Acqua de Peghèra, bochèt de Peghèra, Còel de Peghèra, sentèr de Peghèra ecc…
Diffuso nella valle anche il termine Dasa per indicare sempre l’abete rosso, troviamo due boschi chiamati “dasa” a molina e Pieve, e un prato con bosco detto Dasi a Tiarno di Sotto.
Fotografie: