14.6 M.Baldo
da Prada al rif. Telegrafo
La nostra escursione ha inizio a 1280 m di quota presso la località Pozze di Pralongo, là dove termina l’asfalto della strada che da Prada sale a Naole ( 5 Km circa da Prada). Lasciata l’auto nell’ampia radura proseguiamo a piedi sulla carrareccia a fondo cementato, lasciando in basso a sinistra la grande pozza di Malga Pralongo, e fatte poche centinaia di metri, proprio dove la strada diviene sterrata, troviamo sulla nostra sinistra una sbarra che chiude ai veicoli l’accesso al sentiero diretto ai Baiti d’Ortigara, ignoratolo proseguiamo sulla comoda carrareccia che qui compie un’ampia curva a destra, e alzandosi di quota, attraversando una bella faggeta, ci porta a transitare paralleli ai piedi delle creste di Naole fino a raggiungere la stazione a monte dell’impianto di risalita di Prada-Costabella e il vicino rifugio Fiori del Baldo( 1850 m, ore 1 e 30 min.). Proseguendo sulla carrareccia in direzione nord, transitando bassi sotto al rif. Chierego e lungo il fianco occidentale della Cima Costabella giungiamo al Bocchetto del Coal Santo ( 1993 m, 30 min.) posto alla testata della Val Trovai; qui ci immettiamo sul sentiero di cresta n°658 mantenendo sempre direzione nord, valicando così il caratteristico Passo del Camino ( 2150 m, 20 min.) e proseguendo ora sul versante orientale immersi in un suggestivo ambiente d’alta montagna, passiamo ai piedi di pericolanti pinnacoli rocciosi, digradando leggermente sul tortuoso tracciato, per poi proseguire in piano verso nord, fino a raggiungere la ripida, ma breve traccia che si stacca alla nostra sinistra e risale al Rif. Telegrafo ( 2147 m, 30 min.) adagiato ai della soprastante omonima cima ( detta anche Monte Maggiore) quotata 2200 m . Per il ritorno abbiamo variato solo in due brevi tratti il tracciato fatto all’andata, la prima variazione in partenza dal rifugio Telegrafo, seguendo questa volta il dirupato versante occidentale di punta Sas Caga per poi confluire nuovamente sul segnavia n°658 fatto all’andata, e la seconda, dalla bocca del Coal Santo al rif. Chierego rimanendo sul sentiero n°658 che corre lungo il versante orientale della cima Costabella. Da qui in poi abbiamo seguito fedelmente il medesimo tracciato fatto al mattino fino a ritornare al punto di partenza ( ore 2 e 20 min.).
L’escursione è stata caratterizzata da una variazione meteo radicale, infatti al mattino una solare giornata primaverile ci ha deliziato col stupendo spettacolo naturale dei colorati prati in fiore e l’azzurro del nostro lago che confondeva col cielo limpido e sereno, mentre nel pomeriggio dei minacciosi e foschi corpi nuvolosi sono risaliti velocemente dalla val d’Adige, catapultandoci bruscamente in un clima autunnale, e sulla dirittura d’arrivo ci ha sorpreso con un leggero acquazzone.
Dislivello max. 867 m.
Tempo totale di percorrenza 5 ore e10 min.
NOTE
Al rif. Telegrafo, il sentiero n°658 interseca il sentiero n°651, che è l’ideale prosecuzione per completare il panoramicissimo itinerario del crinale baldense toccando tutte le principali cime.
La variante da noi seguita nel ritorno partendo dal rif. Telegrafo e che corre lungo il dirupato versante occidentale della punta di Sas Caga è attrezzata con delle utili funi di cortesia, prestare attenzione a dove si poggiano i piedi!! per il resto dell’escursione non abbiamo trovato alcuna difficoltà.
Curiosità
Un po’ di storia…
Operazione “Nikolaus”
Il 28 ottobre del 1944, nella zona interessata dalla nostra escursione ebbe luogo il grande rastrellamento nazi-fascista, con l’intento di stanare i partigiani della brigata Avesani che qui operavano. “ L’Operazione Nikolaus” prevedeva di chiudere su tre lati il versante ovest del M.Baldo e di lasciare un varco solo verso l’alto in direzione di cima Telegrafo, in ambiente spoglio e facilmente controllabile. Due gruppi di combattimento, rispettivamente “Ovest” dalla strada gardesana a quella di Prada, e “Est”, dalla strada di Prada alle creste di Naole, dovevano procedere da sud a nord con l’ordine perentorio di annientare i banditi e di concludere l’operazione entro le ore 17. L’operazione non riuscì completamente, infatti i partigiani non accettarono lo scontro aperto, visto la sproporzione di mezzi e uomini, n’è caddero nel tranello di fuggire verso l’alto. Un gruppo, trovandosi già in quota al baito forestale del Forcellin, riuscì a scavalcare Bocchetta di Coal Santo prima che fosse chiusa, e a rifugiarsi a Pravazzar di Sotto e di qui nelle zone di Spiazzi e Ferrara di M.Baldo; gli altri rimasero in basso, trovando rifugio nelle numerose forre create dalle lingue glaciali e dai corsi d’acqua, in cui i rastrellatori nazisti non si arrischiavano a entrare.
Fotografie: 