22.7 Passo del Frate
Diario di Bordo > 2011
22/07/2011
Passo del Frate
Passo del Frate
Risalita verso nord la Valsabbia e deviando a Bondo nella laterale val Breguzzo, giunti al ponte d’Arnò e imboccata lì l'omonima valle, infine il nostro viaggio in auto termina nella piccola radura posta poco sotto malga d’Arnò, proprio alla confluenza dei due sentieri che rappresentano le nostre vie di andata e ritorno (1415m).
Affidandoci al
segnavia 262 che alla nostra sinistra indirizza al Passo del Frate e mantenendoci in questo primo tratto paralleli all'argine del torrente, tra abeti, larici e felci nel frattempo eccoci ad un ponticello, dove al cospetto della spettacolare
cascata della “Cravatta” non ci rimane che passare sull’opposta riva e iniziare a salire sempre più faticosamente tra la vegetazione sempre più rada, un’erta salita che lassù termina sul pianoro prativo di
malga Maggiasone (1740m, 50min.), primo pitstop della giornata. Proseguendo la nostra marcia tra mucche e variopinti prati, senza dubbi d'orientamento ora puntiamo direttamente il ben visibile
monolite del "Frate", un originale torrione roccioso che dinnanzi a noi appare proprio nelle sembianze di un monaco in meditazione. Mentre il sentiero si fa via via sempre più ripido e l’ambiente sempre più alpino, arrancando sempre più faticosamente tra mughi, rocce e
nevai, ecco che risalito un accidentato canalino, finalmente la nostra corsa d'andata termina al Passo del Frate, la nostra meta (2248m, ore1:20). Ai piedi dell’ardita guglia rocciosa posta proprio al centro della profonda “V” che separa il M.Corona dalla Uzza, oltre a sorvegliare le sottostanti val Daone e di Fumo ci sorprendiamo ad ammirare un maestoso panorama che a nord spazia sulle alpi di Ledro e il dolomitico gruppo del Brenta, e mentre curiosiamo tra i
manufatti del strategico presidio austroungarico, qua e là ecco apparire delle splendide stelle alpine, proprio quel che ci voleva per completare questa bella giornata d'estate.
Dopo la breve pausa ricaliamo giù a Malga Maggiassone (ore1), dove in prossimità della vicina area picnic stavolta deviamo sull’indicazione sinistra per Malga d’Arnò. Un sentiero alternativo a quello seguito nell’andata che attraversando più in basso un secondo ponticello ci riporta sull'opposta riva del torrente, dove proseguendo lì attraverso una zona boschiva e confluendo nel frattempo sulla carrareccia per M.ga d’Arnò (1559m, 30min.), ecco che per comoda strada asfaltata infine concludiamo il nostro periplo al punto di partenza (20 min.).
Tempo totale di cammino ore 4.
Curiosità:
Un tempo la Val Breguzzo era nota per le sue miniere di pirite di ferro e galena argentifera in prossimità della malghe Stablei e Laghisòl, ed in particolare per alcune cave di marmo bianco (al Passo del Frate e presso Malga Trivena), che nulla aveva da invidiare a quello più famoso di Carrara. L’origine del toponimo Breguzzo (che compare per la prima volta in un documento del 927 d.C.) è legata a due possibili origini, una celtica (brig=berg=monte) e una germanica (burg=villaggio fortificato).