12/10 Bletterbach
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Geoparc di Bletterbach (rio delle Foglie)
12/10/2016
Giusto per staccare un po' la spina oggi mi allontano dai monti gardesani per andare a curiosare nella profonda forra del “Rio delle Foglie”, uno strano nome per un’ambiente dove dominano sassi e roccia. Otto chilometri di lunghezza e quattrocento metri di profondità, queste sono le misure del profondo solco che ai piedi del Corno Nero e Corno Bianco mette a nudo i diversi strati di rocce che raccontano la storia della terra, un’affascinante mondo minerale dove il tempo si misura in milioni di anni, e dove ancora una volta, il confronto con l’immensità della natura fa sentire così piccoli.
Giusto il tempo di raccogliere qualche preziosa informazione sui processi che hanno formato le rocce nel canyon del Bletterbache, e lasciato l’accogliente Centro Informazioni di Aldino (1560m) a sinistra non resta che affidarmi all’indicazione del percorso didattico n°3, un’agevole sentiero che nell’ombra del bosco ben presto porta alla lunga scala che digrada giù nel profondo canyon “Taunbenleck” (1400m, 30min). Seguendo il letto del Rio delle Foglie è impossibile non lasciarsi impressionare dalle alte e stratificate pareti di roccia multicolore che s’innalzano sui due fianchi della profonda forra, e soffermandomi di tanto in tanto a leggere gli interessanti pannelli che qua e là evidenziano i vari tipi di rocce e la loro storia, ecco che nel frattempo mi ritrovo d’innanzi alla cascata “Butterloch”, un’esiguo ma altrettanto vertiginoso salto d’acqua che ad est chiude questo primo suggestivo tratto del canyon (20min). Non vedendo qui altra via d’uscita, ecco che tornando brevemente sui miei passi a destra imbocco l’erta scala che dal fondo della gola (10min) risale sull’argine della forra stessa (1600m, 25min), dove intercettato il comodo sterrato del “Sentiero dei Cacciatori” e proseguendo lì verso l’incombente sagoma del Corno Bianco, guidato dall’immancabile palina segnavia ecco che ad est abbandono nuovamente il bosco per imboccare l’ennesima scala (1643m, 5min) che riporta nuovamente nel fondo del Canyon. Stesso scenario ma ad un livello più elevato rispetto al precedente. Poggiati i piedi nel ghiaioso greto del torrente, il fragoroso scroscio dell’acqua mi guida fin da subito alla mia destra, dove fatti pochi passi ed ecco che mi ritrovo sull’aerea piattaforma affacciata proprio sul gradone che separa i due livelli della forra, dove oltre a dominare il gran salto del “Rio delle Foglie” (1563m, 20min) si apprezza ancor di più la profonda incisione originata dallo scioglimento dell’enorme quantità di ghiaccio e neve accumulatasi nel corso dell’ultima era glaciale "Würmiano". Ritornando a questo punto sulle mie orme e risalendo ad est verso la fine dell’alto impluvio “Gorz”, ignorando l'indicazione destra per Redagno e interrompendo così il percorso che porterebbe dritto ai piedi del monte, ed ecco che alla mia sinistra risalgo l'ultima scala d'uscita dal canyon (20min). Intercettato su in alto nuovamente il sentiero dei cacciatori “Jägersteig” (1643m, 15min) e abbandonate qui le indicazioni per il Corno Bianco, ripiegando ad ovest verso il Centro visitatori e ignorando stavolta i crocicchi che portano alle scale d’accesso della profonda forra, mantenendomi sull’agevole forestale finalmente ad un ennesimo bivio devio a destra per l’ormai vicina malga Lahneralm (20min), una pittoresca baita posta nel bel mezzo del bosco, dove profumi, sapori e accoglienza sanno tanto di tirolese.
Lasciata a malincuore l’ospitale malga e seguendo stavolta il sentiero didattico n°3, camminando nell’ombra del bosco e intercettata più in basso la precedente forestale, ed ecco che da lì a poco l’affascinante viaggio nella storia della terra si conclude là dove era iniziato, al centro visitatori di Aldino (15min).
Dislivello assoluto 240 m.
Tempo totale di cammino ore: 3.
Lunghezza tragitto Km 9.