23/09 Tridentina
Diario di Bordo > 2010
Gruppo del Sella
via ferrata Brigata Tridentina
23/09/2010
Finalmente eccoci qui in Val Gardena, pronti ad attaccare la leggendaria via “Ferrata Tridentina”. L’adrenalinica salita al rifugio Cavazza al Pisciadù e al suo laghetto alpino.
Dal parcheggio (1950m) seguiamo le indicazioni che dirigono verso est per la Tridentina, pervenendo così in leggera salita all'attacco della mitica via attrezzata (15min). Inizialmente assicurati a un cavo metallico che corre orizzontale e risalendo poi una serie di gradini verticali, guadagnato il terrazzo sommitale della cengia a ridosso della parete nord del Sella e intersecando più avanti il sentiero che alla nostra destra perviene direttamente dal Passo Gardena, il nostro tracciato prosegue poi a sinistra fino alla targa commemorativa che ufficializza l'inizio della via ferrata Tridentina (2075m). Risalendo a questo punto paralleli alla scrosciante cascatella che scende dal lago Pisciadù e alternando tratti verticali ad altri orizzontali, raggiunta nel frattempo l'incombente parete della Torre Exner e tralasciando qui l’erta diretta per il rifugio, ecco che attaccato un’ultimo impegnativo tratto verticale, su in alto perveniamo all’imbocco dell'ardito ponte sospeso (2430m), dove con un pizzico di adrenalina, non rimane che superare il profondo baratro che separa la Torre Exner dal massiccio roccioso del Sella (ore 2:35), per proseguire poi sull'evidente tracciato che porta al vicino rifugio Cavazza al Pisciadù e l'omonimo laghetto (2587m, 20min). Seduti sulle panche dell'assolata terrazza, sovrastati dall'imponente mole del Pisciadù (2985m) e completamente assorti dall’incantevole vista che spazia sulla sottostante vallata e l'abitato di Colfosco, cercando di dare un nome a tutte le maestose cime che ci circondano e accompagnando il tutto con un buon panino e un boccale di fresca birra, ecco che i ricordi corrono indietro nel tempo, quando con gli sci ai piedi ci dilettavamo a percorrere i famosi "quattro passi".
Calando giù ad ovest dal scosceso sentiero 666 della selvaggia Val Setùs, agevolati nei passaggi più impervi da alcuni cavi di cortesia e prestando attenzione a non scivolare sul ghiaino che ne ricopre il fondo, tralasciando in dirittura d’arrivo il segnavia 666 che qui prosegue per passo Gardena e digradando invece direttamente giù nel canalone detritico, ecco che infine la nostra adrenalinica avventura si conclude nel parcheggio della vecchia cava (ore 1:10).
Tempo totale di percorrenza ore 4 :20.
Note:
Oltre al normale abbigliamento da escursionismo è necessario il kit da ferrata, completo di imbragatura e l'immancabile caschetto, ma soprattutto un buon allenamento e mancanza di vertigini.
L'attacco iniziale, all'incontrario di altre ferrate, non è particolarmente difficoltoso, però bisogna prestare particolare attenzione a non scivolare, infatti la roccia è alquanto levigata, causa del passaggio dei numerosi frequentatori, ed inoltre essendo esposta a nord è alquanto umida. L'affollamento di questa via attrezzata ci impegna a prestare molta attenzione a non smuovere pietre durante la progressione. Comunque il passaggio più impegnativo è senz'altro l'ultimo tratto che risale verticalmente la Torre Exner. Il ritorno invece si è rivelato rapido ma monotono, e bisogna prestare attenzione a non scivolare sul ripido pendio ghiaioso.
Per la descrizione dettagliata della ferrata vi consiglio di consultare il sito amico www.vieferrate.it