10/08 P.sso S.Nicolò
Diario di Bordo > 2019
Val di Fassa
Dal Buffaure al Passo San Nicolò
10/08/2019
Nella val di Fassa vive una piccola comunità fortemente impegnata nella conservazione della propria identità culturale: si tratta dei Ladini delle Dolomiti. Terra di leggende e favole, dove i mitici nanetti di qui “i Salvan” vedendo morire di nostalgia e di inedia l’amata principessa, in una notte filarono i raggi della luna e se ne servirono poi per ricoprire tutti i monti e le vallate del regno, un’antico sortilegio che ancora oggi avvolge di mistero il mitico mondo dei “Monti Pallidi”.
Risaliti con la cabinovia che da Pozza porta fin su al Buffaure 2050m, ecco che la nostra escursione inizia seguendo alla nostra destra il segnavia 613, una carrareccia sterrata che ben presto si trasforma in un’erta pista da scii, e che passando strada facendo per Baita Cuz (2213m, 15min), tra lussureggianti praterie alpine e incantevoli panorami sul Catinaccio e il Valacia porta sul Col de Valvacin (2354m, 20min.), punto d’arrivo della seggiovia che risale dal Buffaure. Persistendo sul medesimo segnavia a questo punto ci ritroviamo a camminare lungo la stretta dorsale che orientata da ovest verso est separa la meridionale Val di San Nicolò dalla settentrionale Val Jumela, una tranquilla e ondulata via d’alta quota dove l’incantevole panorama sul Sella, il Pordoi e il Sassopiatto, trova il suo massimo splendore una volta guadagnato il culmine del Sas de Adam (2438m, 30min), la prima e più elevata tra le gobbe che caratterizzano l’areo crinale, dove anche i sassi hanno un nome. Calati giù alla successiva sella e traversato nel frattempo il versante settentrionale del Sas Porcel, ecco che più avanti giungiamo al successivo crocevia di Sella Brunech (2428m, 25min), naturale spartiacque tra la Val Jumela e quella di Contrin, dove deviando sul segnavia 613 bis. e alternando alcuni saliscendi sul fil di cresta, ritornati nel frattempo sul versante in vista della Val San Nicolò e agevolati da alcuni cavi che attrezzano il dirupato versante sud del Sas de Roces (sentiero Lino Pederiva), alla fine di questo tratto un po' esposto giungiamo ai piedi del Sas Bianch, dove l’incantevole vista sulla Marmolada e le tante cime dolomitiche che la circondano si completa con un singolare scorcio sulla sottostante conca prativa di Ciamp de Mez e il versante orientale del Colac. Risalendo ora verso le pendici meridionali delle coste di Varosh e lasciati lì alla nostra sinistra alcuni ruderi della Grande Guerra, ecco che d’improvviso ci ritroviamo dinnanzi ad un spartano sbarramento con tanto di cartello che recita “chiuso per frana”. Increduli ma per nulla rassegnati, affidandoci ad una traccia ben battuta che lontano dal crinale s’abbassa prudentemente nella conca prativa delle “Prè de Contrin”, alla fine senza altri intoppi approdiamo comunque all’ormai vicino Passo San Nicolò e al suo suggestivo rifugio (2340m, ore1:40), un’idilliaco prato verde baciato dal sole e circondato da maestose vette dolomitiche, un posto da favola che ispira tranquillità e benessere.
Dopo la rigenerante sosta rancio, a malincuore giriamo le spalle al rifugio per ritornare brevemente sui nostri passi fino all’imbocco del scosceso e pietroso sentiero che giù a sinistra termina la sua discesa in località Ciamp de Forcia (2011m, 45min), dove proseguendo da lì nella Val di San Nicolò e passando strada facendo per la suggestiva Baita alle Cascate, superato nel frattempo anche l’incrocio con la carrozzabile della Val dei Monzoni (1530m, ore1:15) e mantenendoci paralleli alle tumultuose acque del rio S.Nicolò, infine torniamo alla stazione di Meida, (1320m, 30min), punto d’inizio della nostra escursione.
Dislivello assoluto 1151m.
Tempo di cammino ore 5:40.
Lunghezza tragitto Km 17.