17/12 M.Altissimo - GrEsGa

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17/12 M.Altissimo

Diario di Bordo > 2020
M. Baldo
M. Altissimo di Nago
17/12/2020
La valanga cade dove è sempre caduta, dove non è mai caduta, dove si dice che non cadrà mai…
Facendo tesoro di questo saggio consiglio eccoci qui ai piedi del monte Altissimo di Nago, dove con fatica e prudenza salimero fin lassù, a vedere con i nostri occhi la fiabesca immagine del rifugio Damiano Chiesa ammantato di ghiaccio, l’occasione giusta per scrivere l’ultima pagina del nostro diario di viaggio targato 2020.  

Proprio lì dove la segnaletica vieta di proseguire in auto, a San Valentino (1330m) non resta che parcheggiare e proseguire a piedi lungo la strada Graziani, dove alternando tratti d’asfalto ad altri innevati e superate strada facendo alcune gallerie, nel frattempo perveniamo al bivio per Malga Bès (1416m, 30min), una via alternativa meno battuta ma più suggestiva che porta comunque a Bocca di Creer. Abbandonato così il monotono nastro d’asfalto, a destra deviamo sull’agevole forestale che dalla folta faggeta risale nel solare alpeggio di Malga Bès (1507m, 30min), un incantevole acrocoro baciato dal sole e immerso nell’atmosfera invernale dove passando accanto alle solitarie malghe e aggirati nel contempo gli spalti rocciosi della Corna Piana, ecco che al successivo bivio ritroviamo l’indicazione per Bocca di Creer. Camminando nell’ombra del versante settentrionale della Corna Piana e superata la deviazione che dai prati di Pasna digrada giù a San Giacomo, dritti sul segnavia 650 arriviamo al crocevia della Bocca di Creer (1617m, 30min), una “galleria del vento” dove a ridosso del rifugio Graziani troviamo il tempo di adeguare il vestiario al brusco cambio di temperatura. A questo punto della giornata la tranquilla attraversata dell’alpe di Corna Bès è solo un vago ricordo, e ai piedi dell’innevato versante orientale dell’Altissimo fin da subito ci ritroviamo ad arrancare faticosamente su per l’innevata pista lasciata dai precedenti ciàspolatori, un prezioso filo d’Arianna che di tanto in tanto però scompare sotto la coltre nevosa, lasciandoci lì a cercare inutilmente l’introvabile traccia del sentiero militare già tante volte risalito in stagioni più confortevoli. Lottando così senza tregua contro l’impervio pendio e la rabbiosa tramontana che qui colpisce da ogni direzione, cercando ad ogni passo di dare un motivo a tanta fatica e superato l’avvallamento che a quota 1886 metri anticipa l’ennesimo cambio di pendenza, ed ecco che obliquando con lungo traversone verso sud arriviamo al bivio di Busa Brodeghera (1892m, ore1:30), un meraviglioso punto panoramico sul Garda che ben meriterebbe una foto, un’ispirazione che però al solo pensiero di dover togliere i guanti scompare in fretta dalla testa. Accontentandoci delle buone intenzioni e ripiegando verso monte, ricalcando vecchie impronte e disegnando nuovi tracciati finalmente a nord ecco apparire il rifugio Damiano Chiesa (2060m, 30min), un’incantevole casupola completamente rivestita di ghiaccio che fa apparire la salita alla sovrastante vetta solo un trascurabile dettaglio. Il gelo che dai piedi risale per tutto il corpo e il sole che cala veloce all’orizzonte ci ricordano che il tempo scorre in fretta, e così scattata un’ultima foto di gruppo non resta che abbandonare il fiabesco paesaggio e digradare con attenzione giù dal tracciato faticosamente appena risalito, un’interminabile e scoscesa discesa dove mordendo le placche di ghiaccio con i ramponi delle nostre ciàspole, giù ai piè del monte ci ritroviamo nuovamente al rifugio Graziani (ore1:10).
Visto che anche questo rifugio è chiuso, non resta che consolarci con il nostro frugale spuntino e un sorso di tè caldo prima di imboccare nuovamente il sentiero 650, dove ripassando per l’idilliaca alpe di Malga Bès e intercettata giù nel bosco la provinciale del mattino (50min), ecco che infine la nostra epica avventura termina a San Valentino (30min).
Dislivello assoluto 730m.
Tempo di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km. 15.
                            
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