14/08 M. Bruffione
Diario di Bordo > 2024
Piana del Gaver
passo Boia (M. Bruffione)
14/08/2024
Con i posti auto che dinnanzi al Bar Bruffione già di primo mattino si stanno via via esaurendo (1.450m), scarponi ai piedi e zaino in spalla eccoci bei che pronti a scavalcare il ponte sul Caffaro per imboccare la diramazione sinistra del sentiero “401dir.”, la via più diretta per il Bruffione. Una cima granitica di 2.665 metri, che alle propaggini meridionali dell’Adamello fa da contraltare al dirimpettaio Cornone di Blumone e sorveglia l’omonima valle.
Un breve tratto boscato, ed ecco che i sbiaditi colori del nostro segnavia si perdono ben presto nell’erba di un prato, una svista che porta a tirare dritti sull'ingannevole traccia che invece di salire, stranamente più avanti cala di quota. Valido motivo questo per tornare sui nostri passi, e seguire stavolta l’indicazione bianco-rossa che dipinta sul sasso lì a terra devia decisa verso monte. Risalita così la radura e immergendoci nuovamente nel bosco, senza perdere di vista le indicazioni ci avviamo sul lungo saliscendi che tra alberi divelti e tratti gradinati termina più a nord davanti al cancello d’accesso del Malghetto (1.705m, ore1), un vecchio bàito circondato da prato e presidiato da alcuni asinelli al pascolo. Sotto l’occhio vigile e curioso degli amici quadrupedi riprendiamo la traccia che a destra risale verso monte, un sentiero che tra ruscellare d’acqua e radici affioranti si fa strada nel bosco misto d’abeti e larici, fin a sbucare nel sovrastante pascolo di Malga Retorti (1.958m, 40min), altro verde tappetto d’erba che ai piedi del Bruffione stavolta ospita dei cavalli dalla folta criniera bionda. Giusto il tempo per un sorso d’acqua e una carezza ai docili cavalli, e al di là del torrente riprendiamo ad arrancare su per i ripidi versanti a destra della valle, un brusco cambio di pendenza e scenario che tra balze erbose e gradoni rocciosi mette a dura prova gambe e fiato, mentre senza perdere di vista i colori del segnavia più in alto approdiamo sul bordo di uno splendido laghetto (2.441m, ore1:40), il posto giusto per fermare il tempo e lasciarci conquistare dall’aura di tranquillità che si respira in quest’angolo di paradiso. Dopo la breve sosta contemplativa, con la valle e l’arcigna mole del Blumone alle spalle, non senza fatica rieccoci lì ad arrampicare fin all’intermedio crocevia per cima Bruffione (2.500m, 10min), occasione giusta per fare il punto della situazione, prima di rimontare con un’ultimo strappo sul sovrastante Passo Boia (2.517m, 10min), una finestra spalancata sull’alpe di Bondolo e le Valli Giudicarie che ben giustifica ogni fatica. Dopo aver curiosato sull’opposto versante trentino, ecco che giù al precedente bivio incontriamo i primi escursionisti della giornata, un trio di amici ben affiatati che proprio ora calano giù da cima Bruffione, e che in un attimo dissolvono tutti i nostri dubbi. Infatti, archiviata l’idea di salire sulla cima e senza alcuna voglia di tornare per la stessa via, eccoci lì accodati in bella compagnia sul sentiero 401, un lungo traversone che alla nostra sinistra taglia tutto il versante occidentale del Monte Boia. Un’impervio sentiero alpinistico che tra instabili pietraie ed enormi massi granitici a ogni passo richiede attenzione, mentre armeggiando strada facendo con le mantelle impermeabili e punzecchiati dalle prime gocce di pioggia, salutando per il momento gli amici di Toscolano risaliamo a passo lesto fin alla selletta che a sud s’affaccia sulla Piana di Bruffione (2.240m, ore1:20), punto d’incontro con un altro escursionista che qui scende solitario dal sentiero di cresta. Ed è così che tra un incontro e l’altro, giù dall’opposto versante atterriamo nell’intermedio alpeggio di Malga Casole (1.958m, 20min), prima di seguire la sterrata che nel fondo valle passa per la successiva malga Bruffione di sotto, e va poi a incrociare più a sud ancora il sentiero che sale dal Vendolaro (30min).
A questo punto della giornata, pioggia o no si può ben dire che è cosa fatta, infatti seguendo l’agevole sterrata che infilando alla nostra destra lo stretto varco del “Golet” passa poi a ridosso delle ferruginose pareti di Punta Valdi, con vista sulla Val del Caffaro e la Piana del Gaver torniamo direttamente là dove tutto è iniziato (40min).
Dislivello assoluto 1.066m. (↑1.066m, ↓1.079m).
Tempo di Cammino ore 6:30.
Lunghezza tragitto Km 16.PS:
Finita la descrizione è mio dovere ringraziare infinitamente gli amici di Toscolano, gli stessi che ci hanno guidato lungo l’impervio sentiero di Cima Boia e di cui purtroppo non conosco il nome, e che a fine giornata, lì davanti all’auto in panne non hanno esitato a darci un passaggio fin giù sul lago. Un prezioso aiuto il loro che ci ha permesso di concludere nel miglior dei modi questo sfortunato periodo ferragostano.