12/08 Cima Carega - GrEsGa

Vai ai contenuti
Privacy e Cookies Policy

12/08 Cima Carega

Diario di Bordo > 2016
M.Carega
dalla Lessinia al Carega
12/08/2016
L'avventura tra i monti di casa continua, e così allontanandomi dalla vista del Garda oggi eccomi qui a camminare tra i verdi alpeggi della Lessinia e l’aspro paesaggio alpino del Carega, a cavallo tra le provincie di Verona e Trento, dove alcuni cippi datati “1855” ancora oggi sono lì, a rimarcare l’antico confine.

Seguendo la carrozzabile che dal parcheggio di S.Giorgio (1495m) va ad aggirare verso est le propaggini meridionali dell’erbosa gobba di Castel Malera, ecco che lì ai piedi di malga Malera di Sotto abbandono il segnavia 250 e proseguo sulla carrareccia che passando dinnanzi all’omonima malga di Sopra, dritta a nord risale a Passo Malera (1722m, 40min), un strategico valico che affacciato sulla pianura e la val d’Illasi introduce nel paesaggio alpino del Carega. Per segnavia 287, giù a nord mi ritrovo ben presto a calpestare un insidioso e viscido tappetto di foglie misto a chicchi di grandine, un ricordo del temporale di ieri che non preoccupa più di tanto, mentre giù nel bosco tralascio il segnavia 288 che risale dal rif. Boschetto e proseguo dritto sul traversone che tra gli sfasciumi della Bella Lasta prosegue poi lungo il boscoso versante orientale di Cima Trappola e porta al bivio col sentiero 189 che sarà poi il mio rientro (1545m, 25min). Tralasciando così l’indicazione per il rif. Pertica, giù a destra il sentiero fin qui seguito cala ripido nel bosco fin a intercettare poco più in basso la forestale che risale dalla val di Revolto (1450m, 15min), una comoda e larga sterrata che seguendo in discesa ben presto porta al sottostante rif. Revolto (1336m, 10min), quota minima della giornata e primo rifugio sulla “road map” per il Carega. Giusto il tempo per un caffè al volo, e lì sul retro della Chiesetta Alpina il segnavia 286 s’inerpica bruscamente sul nel bosco fin a intercettare nuovamente la strada forestale (1430m, 15min), una via comoda che anche qui preferisco tralasciare per proseguire invece sul sentiero che al di là della stessa riprendere a salire senza compromessi fin al rif. Pertica (1530m, 10min). Immortalata la bella vista che a ovest s’affaccia sulla profonda val dei Ronchi e seguendo ora il tortuoso tracciato della carrozzabile per il Scalorbi, ecco che a quota 1670m (20min) abbandono la strada per imboccare alla mia sinistra l’erto sentiero del “Vallone della teleferica”, una via più diretta che immergendosi nella macchia dei mughi, in costante e faticosa salita risale dritto fin sulla cima del Carega (2259m, ore1:20). Malgrado la foschia non offra panorami strepitosi, la sosta al sottostante rifugio Fraccaroli come sempre si rivela l’ideale punto ristoro, dove scambiare quattro ciàcole con dei occasionali amici escursionisti e immortalare le preziose stelle alpine che fanno capolino tra le magre zolle erbose del dosso lì vicino. Dopo la piacevole e rigenerante sosta, giù dal pietroso e sdrucciolevole sentiero 112 traverso il versante orientale di cima Carega e mi abbasso a Bocchetta Mosca (2029m, 25min), una finestra spalancata sulla Vallarsa dove proseguendo in costante discesa tra lussureggianti pascoli e fischi di marmotte, nel frattempo atterro nella suggestiva conca del rif. Scalorbi (1770m, 25min), altro imperdibile punto ristoro dove prendersi un po’ di tempo. Senza alcun dubbio d’orientamento, a questo punto niente di più facile che seguire integralmente il tracciato della carrozzabile già fatta all’andata, e che mantenendosi alta sul vallone di Campobrun, in costante discesa torna all’intermedio rif. Pertica (ore1), punto di svolta della giornata, dove abbandonato definitivamente la carrozzabile, alle spalle del rifugio proseguo ora sull’erto sentiero 189, un’esile e aerea traccia che tra bei scorci sulla val dei Ronchi va a ricongiungersi nuovamente col sentiero 287 fatto all’andata e risale direttamente a passo Malera (35min).
A questo punto, giusto per cambiare itinerario, invece della carrareccia risalita al mattino, a destra preferisco proseguire sul sentiero 287, una via alternativa che calando giù nell’opposto vallone, con direzione sud porta direttamente a S.Giorgio (40min).
Dislivello assoluto 923m.
Tempo di cammino ore 6:40.
Lunghezza tragitto Km 24.
Torna ai contenuti