12/10 Cascata Prà di Lavino
Diario di Bordo > 2018
Alto Garda Bresciano
Alla cascata Prà di Lavino
12/10/2018
A due passi dalle caotiche rive gardesane, in un recondito angolo dell’altopiano di Tremosine ci attende un intricato dedalo di valli e convalli, dove a ridosso delle pareti meridionali dei monti Lavino, Tremalzo e Corno della Marogna, trovano posto solari alpeggi ricchi di pregiate erbe e fiori, materia prima per il buon latte e la saporita “Formagella di Tremosine”.
Tralasciata l’indicazione sinistra per l’eremo di S.Michele e imboccato a N il sentiero 152 per Passo Tremalzo, mantenendoci pressoché paralleli alla riva del torrente ben presto ci ritroviamo ad attraversare il Ponte del Corvà (648m, 15min), dove proseguendo lungo l’opposta riva ci portiamo al bivio di malga Prato delle Noci (684m, 15min). Persistendo sull’indicazione per il Tremalzo e guadando in più occasioni le limpide acque del San Michele, stando attenti a non calpestare le numerose salamandre che tra lo scroscio dell’acqua e l’umido sottobosco sembrano aver trovato qui il loro habitat ideale, ecco che riemersi dall'ombroso impluvio, su in alto la luce del sole ci sorprende con una grandiosa vista a meridione sull’attigua Valle di Propiano (1000m, 50min). Giusto il tempo per riprendere fiato, e attaccato subito il successivo cambio di pendenza che traversa sotto le pareti meridionali del Corno della Marogna, immergendoci in un bosco misto di betulle e larici, più avanti approdiamo nella lussureggiante radura di Malga Prà Piano (1352m, ore1:10). Lasciato il verde alpeggio e i violacei fiori del colchico che qua e là fanno capolino, ad ovest il nostro sentiero si rituffa tra i caldi colori autunnali, dove accompagnati dal crepitio di foglie secche giungiamo al Passo della Cocca (1463m, 30min), ennesimo solare valico che attrezzato di comode panche e tavolo ben si presta per la sosta rancio. Abbassandoci a questo punto nella lieve insellatura che chiude l'alto impluvio della Val Prà di Lavino, camminando sulla comoda carrozzabile che risale da valle e passando strada facendo d’innanzi all’alpeggio di Malga dell’Era (1320m, 30min), ecco che più avanti ci ritroviamo ai piedi della fantastica cascata Prà di Lavino, “el Pisù” dei locali (1380m, 15min), un’incredibile salto roccioso dove l’acqua polverizza sulle numerose balze che caratterizzano la parete meridionale del monte Lavino, una suggestiva combinazione d’acqua, roccia e vegetazione che ricorda tanto un mistico giardino giapponese. Attraversato il ponte e tralasciata più avanti l’ampia curva dove la carrozzabile inizia a calare giù in valle (1326m, 20min), persistendo dritti a ovest sul sentiero 184 che dolcemente sale di quota nel folto bosco, ben presto ci ritroviamo tra i tranquilli cavalli che brucano nella successiva radura di Malga Lorina (1384m, 15min).
Girovagando a margine del prato, a sud scorgiamo il segnavia 232 “Sentiero delle Tracce”, dove digradando a questo punto giù nella Val Lorina, guadando a più riprese il torrente che scorre nel profondo impluvio e passando nel frattempo per un caratteristico Coal, scavalcando enormi tronchi divelti dal vento e passando giù in basso da malga Negrini (748m, ore1:40), ecco che la nostra discesa a valle termina sulle sponde dell’invaso artificiale in località San Michele, nostro punto di partenza (50min).
Dislivello assoluto 785m.
Tempo totale di cammino ore 6:30.
Lunghezza tragitto Km. 18.