26/11 Monte Cornetto
Diario di Bordo > 2011
Folgaria
M.Cornetto
26/11/2011
Nell’impaziente attesa di rispolverare le ciàspole, oggi rieccoci qui sull’altopiano di Folgaria, dove la meta è sempre quella del 5 maggio scorso, ma a cambiare stavolta è la via di andata e ritorno.
Imboccata la comoda forestale del segnavia 451 e ancor prima di raggiungere il bàito Strincheri, stavolta lasciamo l’indicazione per il Cornetto e deviamo sull’altrettanto comoda sterrata che stacca alla nostra sinistra. Seguendo così un’indicazione locale (segnavia n°5) e mantenendoci alti alle spalle dell’abitato di Folgaria, nel fitto bosco andiamo a incrociare una delle tante piste dismesse su questo versante folgaretano, dove arrancando direttamente su per l’erto pendio approdiamo al rifugio Paradiso (1650m, 40min). Proseguendo a questo punto sul segnavia n°425 che arranca su verso monte e passando per un primo punto panoramico (1815m, 20min), ecco che con un ultimo strappo guadagniamo la cima del M.Cornetto (2069m, 40min). Dall’alto di questa solitaria vetta lo spettacolo è sempre garantito, e grazie alla splendida compagnia di un amico escursionista trovato lì per caso, ecco iniziare la rituale sfida per dare un nome a tante cime vicine e lontane: Vigolana, Becco di Filadonna, Lagorai, Pasubio, Carega, Baldo, Adamello…un modo come un altro per scambiare quattro ciacole e goderci la solare giornata, mentre facciamo la festa al nostro frugale spuntino.
Salutato il simpatico compagno e scattata al sottostante rifugio l’ennesima foto di gruppo, soddisfatti della bella passeggiata e senza dubbi d’orientamento torniamo a ritroso fin al punto di partenza (ore1:20).
Dislivello assoluto 820 m.
Tempo totale di percorrenza ore 3.
Lunghezza tragitto 10 Km.
Tempo totale di percorrenza ore 3.
Lunghezza tragitto 10 Km.
Curiosità:
LE IMMIGRAZIONI CIMBRICHE:
Le origini di Folgaria sono neolatine ma a partire dal XII secolo l’altopiano è stato interessato da una progressiva penetrazione di genti di cultura tedesca attuata dal principe vescovo di Trento, Federico Vanga, il quale fece mettere a cultura le montagne folgaretane da coloni tedesco-cimbri fatti appositamente affluire dai Sete Comuni Vicentini, precedentemente soggetti a colonizzazione tedesco-bavarese. Nel XV secolo la tedeschizzazione dell’altopiano era completa. Fino all’inizio del secolo scorso a Folgaria si parlava comunemente lo Slambròt, cioè il cimbro, l’antico dialetto tedesco degli antenati. Di questa grande eredità culturale sull’altopiano sono rimasti cognomi tedeschi i toponimi cimbri e alcuni aspetti architettonici delle abitazioni più antiche.