13/09 Cima Portule
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Asiago
Cima Portule
13/09/2019
“Un continuo inferno di fuoco e di sangue, una continua tragedia di lotta e di morte, con privazioni di rancio, con le labbra riarse dalla sete e dalla febbre, senza sonno e senza riposo...”
Poche righe estrapolate dal diario di un soldato ci riportano sull’ondulato Altopiano d’Asiago, dove ad un secolo da quei tragici eventi sono ritornati a splendere lussureggianti prati e rigogliosi boschi, un velo pietoso con il quale la natura sembra voler ricoprire le vergogne dell’uomo.
Dal fondo della Val Formica (1645m) la nostra giornata inizia risalendo direttamente su per l’erboso pendio che in alto alla nostra sinistra intercetta l’ultimo tratto di sterrata per casara Dosso di Sopra (1731m, 15min), un verde e solare alpeggio dove la vista su Cima Larici, Portule e Monte Verena in lontananza si perde sulla piana di Vezzena. Lasciato il tranquillo alpeggio proseguiamo lungo il sentiero che tra boschi e verdi radure a nord si abbassa nella successiva conca prativa di malga Manazzo (1738m, 20min), piacevole intermezzo prima di risalire a bocca di Porta Manazzo (1795m, 15min), strategico valico che custodisce i resti di alcune trincee e postazioni di cannone che qui puntavano sulla sottostante Valsugana. Proseguendo sulla trasversale Alta Via degli Altipiani (segnavia CAI 209), ben presto ci ritroviamo a vagare nella penombra del boscoso pendio che sale alla nostra destra, regno di funghi e umido muschio, un’inebriante odore d'autunno che oltre il margine del bosco ci guida tra i solari prati che dolcemente digradano giù a Bocchetta Larici (1876m, 45min), un’altra finestra spalancata sulla Valsugana che anticipa la salita tra i mughi della successiva elevazione di Cima Larici (2033m, 30min), piatta e panoramica altura erbosa che merita senz’altro una pausa prima di calare giù al successivo valico di Porta Renzola (1949m, 25min). Qui la vista sulla Valsugana e l’attigua Val Sella è la scusa giusta per recuperare fiato e un po' d’energia, prima d’affrontare l’ultima e più faticosa salita della giornata. Infatti il dolce saliscendi fin qui seguito s’interrompe bruscamente ai piedi del ripido sentierino, che tra spetrali arbusti e salti rocciosi, mantenendosi in prossimità del precipizio sulla Valsugana approda sul risalto roccioso del Kempel (2295m, 50min). Abbandonata a questo punto la mitica Alta Via degli Altipiani, alla nostra destra risaliamo lievemente di quota sul sentiero 826 fino alla ben visibile ed evocativa croce che anticipa di poco la massima elevazione del Portule (2308m, 15min), la nostra meta. L’Altopiano d’Asiago a est e quello folgaretano ad ovest si contendono l’ampia vista che dalle più vicine catene montuose del Pasubio e Lagorai, a nord spazia fino alle più remote vette di confine, un’immancabile occasione per cercare di dare un nome a tante mete già raggiunte e altre ancora da scoprire.
Lasciata la croce di vetta a sud iniziamo il nostro lungo rientro a valle seguendo l’aerea dorsale del Filon di Portule. Una panoramica via che passando dinnanzi a pericolanti postazioni militari e digradando strada facendo nell’affascinante avvallamento carsico ai piedi del Colombaretta, tra grandi distese di mughi, doline e inghiottitoi continua a calare di quota fin giù a Bocchetta Portule (1935m, 55min), strategico punto d’osservazione sulla Val D’Assa e il dirimpettaio M.Verena con tanto di postazioni militari in caverna. Dopo aver curiosato tra interessanti testimonianze della grande guerra, non rimane che imboccare la strada militare dedicata al principe Rutenio “Erzherzog Eugen Strasse”. Una lunga e monotona discesa che aggirando l’alto impluvio della Val Renzola e passando per Malga Larici di sotto (1625m, ore1:10), giù in basso intercetta la provinciale che ormai in dirittura d’arrivo a destra risale la Val Formica (20min).
Dislivello assoluto 663m.
Tempo di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km19.