07/08 Torre di Pisa
Diario di Bordo > 2021
Latemar
Torre di Pisa
07/08/2021
Ricalcando con scarponi ai piedi quelle stesse piste da scii che d’inverno regalano adrenaliniche discese, dall’alpe di Pampeago oggi saliremo fin lassù, tra le eleganti guglie del Latemar, un viaggio all’indietro nel tempo che ci riporta a 250 milioni di anni fa, quando tutto questo era il fondale di un mare tropicale, strati di coralli e sedimenti vari che spinti da una forza titanica emersero dalle acque e originarono i mitici “Monti Pallidi”.
Inutile dire che dalla conca di Pampeago (1750m), invece d’imboccare la strada o l’altrettanto comoda pista da scii, da irriducibili montanari alla fine ci ritroviamo fin da subito a rompere il fiato su per l’erto sentiero che lì vicino alla chiesetta alpina abbandona la strada e risale direttamente nel bosco, uno slalom tra gli abeti che su in alto termina nel lussureggiante pascolo del rifugio Zischg Alm (2000m, 30min), importante crocevia dove le nostre vie d’andata e ritorno si dividono. Lasciandoci alle spalle la vista sulla conca di Pampeago e la scoscesa pista che scivola giù dalla “Pala di Santa”, per segnavia 504 a destra ora seguiamo la comoda pista sterrata per Passo Feudo (2200m, 20min), punto d’arrivo della seggiovia che qui risale da Predazzo, e dove oltre la vista sulle Pale di San Martino, il Lagorai e Cima d’Asta, basta alzare la testa per scorgere lassù tra le nuvole il rifugio Torre di Pisa, una meta ancora tanto lontana da sembrare irraggiungibile. Avviandoci a fianco del rifugio di Passo Feudo sul sentiero 516 che sale verso monte, tra pecore al pascolo e variopinti fiori alpini nel frattempo ci innalziamo sempre più di quota fin a oltrepassare il limite dove il verde tappeto erboso sfuma nell’aspro paesaggio alpino, un tracciato sempre più impervio che inciso nella parete rocciosa porta direttamente al rifugio Torre di Pisa (2671m, ore1:30), un posto privilegiato dove l’ampia vista sull’arcipelago dolomitico e l’invitante profumino che esce dalla cucina meriterebbero ben una sosta più lunga, se non fosse per l’impietosa nuvolaglia che poco lascia da vedere, e per la tòrma di turisti che già affollano la sala ristorante e la terrazza. E così, giusto il tempo per una foto ricordo, e alle spalle del rifugio risaliamo alla vicina piazzola panoramica con vista sulla “Torre di Pisa”, una guglia rocciosa che al pari del celebre monumento pisano, lì al centro dell’incantevole palcoscenico dolomitico sembra voler sfidare le leggi della fisica. Una meraviglia della natura che ben merita di essere immortalata prima di proseguire sul sentiero 516, un scosceso tracciato che tra roccia e sfasciumi si abbassa in un nevaio per risalire poi un canalino terroso e valicare così dall’opposto versante nella conca dei “Lastèi de Valsorda”, un grandioso e arido paesaggio lunare dove solo tenaci piante sassifraghe e pioniere mettono radici. Tralasciato al successivo bivio l’indicazione del 516 che qui prosegue per altre destinazioni, per segnavia 18 ora risaliamo su per i ghiaioni fin a valicare lo stretto intaglio della Forcella dei Camosci (2564m, 30min), un passaggio obbligato che ci porta a camminare tra incombenti pinacoli e rocce dalle forme più bizzarre, una suggestiva città di pietra dove calpestando vecchi cumuli di neve nel frattempo ci riaffacciamo nuovamente sul versante meridionale dell’imponente scogliera dolomitica fin ad approdare su un ripiano erboso con vista sul Passo di Lavazzè, la Val d’Ega e lo splendido altipiano di Regglberg (2430m, 50min). Calando a questo punto a S/O dal sentiero 18 e superato strada facendo un tratto asservito da cordino, passando velocemente dalla roccia al tappetto erboso e via giù fin a guadagnare la rigogliosa fascia boscata, ed ecco che nei pressi del rifugio Oberholz non ci resta che ripiegare a est sul sentiero 22 in direzione di Passo Feudo, un comodo e panoramico sentiero che tra la rada vegetazione corre ai piedi delle imponenti pareti del Latemar fin a intercettare sotto lo sguardo di una curiosa marmotta il sentiero per la pittoresca malga "Mayrl Alm" (2050m, ore 1:30), posto e momento giusto per la sosta pranzo.
Ben rifocillati e riposati a questo punto della giornata risaliamo direttamente la sterrata che passando per la suggestiva e amena area ricreativa di “Passo Pampeago” va a chiudere il nostro circuito ad anello tra i pascoli dell’ormai vicino rifugio Zischg Alm (25min), dove stavolta al sentiero risalito al mattino preferiamo la lunga pista cementata che tutta in discesa termina dritta giù a Pampeago, nostro punto di partenza (25min).
Dislivello assoluto 920m.
Tempo di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km 16.