06/07 M. San Vigilio
Diario di Bordo > 2023
Monte San Vigilio
Dalla Val Venosta alla Val D’Ultimo
06/07/2023
Nemmeno l’uggiosa e grigia giornata riesce a contenere l’entusiasmo che stamane anima la numerosa compagnia del C.A.I di San Pietro in Cariano, mentre lì seduti sul pullman che risale nella Val d’Adige, l’ipnotico andirivieni del tergicristallo sembra suggerire di far ben altro che andar a camminare. Ma ecco che all’entrata della Val Venosta, dei timidi raggi di sole salutano le ultime gocce di pioggia, l’occasione giusta per rompere ogni indugio, e prendere al volo la cabinovia che da Rablà sale a Riolagundo.
Come tante formichine, lì dinnanzi alla stazione di Riolagundo (1349m) ci ritroviamo fin da subito a camminare in ordinata fila indiana lungo la strada che traversa alta sull’abitato, un agevole tratto d’asfalto prima di deviare sul sentiero 28 che alla nostra sinistra s’impenna dritto verso monte. Fra tratti gradinati e radici affioranti ci ritroviamo così a rompere il fiato nell’ombra del bosco, una salita dalla pendenza tutto sommato ben distribuita, dove deviando strada facendo sulla diramazione del segnavia 28A, su in alto approdiamo in riva al Lago Nero “Schwarze Lacke” (1750m, ore1:05), un prezioso “biotopo” ricco di piante e animali acquatici che ben si presta alla prima sosta della giornata. Lasciandoci alle spalle il laghetto col pittoresco ristorante che vi si rispecchia dentro, per segnavia numero 9 prendiamo ora con direzione sud il stradello sterrato che dinnanzi a dei graziosi villini nel frattempo s’immerge nuovamente nella fascia boscata, un agevole e ombroso tratto in falsopiano prima di sbucare in una solare radura con tanto di cavalli al pascolo, piacevole incontro prima d’attaccare la salita che porta in groppa al Monte San Vigilio “Vigiljoch” (1800m, 20min), dove lì nell’ombra protettiva dell’immancabile Wetterkreuz e radi abeti si erge la storica chiesetta dedicata al Santo stesso. Raggiunta così la nostra meta, nemmeno il cielo grigio e la tirannia del tempo ci possono negare la soddisfazione di curiosare all’interno della bella chiesetta e scattare la rituale foto di gruppo, prima di calare stavolta giù dall’opposto versante seguendo il segnavia 34, un altrettanto comodo stradello sterrato che nel bosco va a innestarsi sul tracciato invernale dedicato ai slittini, una brulla e tortuosa pista che ben protetta da tavole in legno scivola fin giù nel parcheggio dell’intermedia stazione della seggiovia (45min). Ben affacciati sulla Val d’Ultimo e la dorsale delle Maddalene, ci ritroviamo così a seguire la strada che in costante discesa attraversa piccoli borghi di montagna, pittoresche abitazioni e fienili raggruppati attorno a belle chiesette dagli aguzzi campanili, dove abbandonando nel frattempo il zigzagante tracciato stradale, tra macchie boscate e solari pascoli deviamo sul sentiero che giù per la massima pendenza lo va a intercettare nuovamente in prossimità dell’originale ristorante “Jausenstation Greitwies” (ore1:20), un invito a nozze per l’irrinunciabile sosta rancio.
Tra panini, birra e bella compagnia il tempo vola via, e così lasciandoci alle spalle l’accogliente rifugio, a questo punto non resta che seguire il sinuoso nastro d’asfalto che tra coltivi di meli e vigneti s’abbassa velocemente di quota. Una scoscesa e interminabile discesa dove nemmeno la fine pioggerellina a questo punto impensierisce più di tanto, mentre passando dinnanzi alla curiosa Cappella di San Magno e attraversata la strada principale, giù in valle la giornata si conclude direttamente nella piazza principale di Lana (55min).
Dislivello assoluto 1476m. (↑437m, ↓1482m).
Tempo di cammino ore 4:25.
Lunghezza tragitto Km 16.