21/09 Vajo dell'Orsa - GrEsGa

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21/09 Vajo dell'Orsa

Diario di Bordo > 2024
Monte Baldo
Vajo dell'Orsa
21/09/2024
Ultimo giorno d’estate o primo d’autunno che sia, poca importa. Ogni momento è quello giusto per tornare sulle pendici meridionali del Baldo, dove invece di partire dal fondo della Val d’Adige, stavolta il nostro pellegrinaggio per la "Madonna della Corona" inizia dai 850 metri dell’abitato di Spiazzi. Un bel modo per scaldare a dovere le gambe lungo la provinciale per Ferrara di M.Baldo, prima di calare sul fondo del Vajo dell’Orsa, e riservarci così l’erta salita tutta per il rientro.

Dinnanzi alla Residenza Stella Alpina la giornata inizia incamminandoci direttamente sulla strada provinciale del Monte Baldo, un lungo nastro d’asfalto con vista dall’alto sul Vajo dell’Orsa, e che passando strada facendo dinnanzi alle contrade di Fraine di Sopra e di Sotto porta dritti a Ferrara di Monte Baldo (856m, 50min). Proprio all’entrata del paese, a destra prendiamo la via che al di là del ponte sul Rio Pissotte sale tra i villini del villaggio Albarè, dove interrompendo la salita per Passo Croccetta, a destra prendiamo il sentiero 674 per Brentino (890m, 10min). Seguendo così il suggestivo sentiero che alto sulla Val delle Pissotte traversa il boscoso versante sud del monte Cor, con le imponenti falesie che in fronte a noi precipitano nella profonda forra nel frattempo ci abbassiamo fin sull’intermedio ripiano erboso di Malga Orsa (748m, 30min), posto e momento giusto per una breve sosta. Al di là della radura riprendiamo il sentiero che intrufolandosi nuovamente nel bosco porta all’ennesimo bivio del giorno (720m, 10min), dove tralasciando l’indicazione per Brentino, giù a destra caliamo sul fondo dell’ombroso vajo, un ambiente primordiale ricco di felci e muschi dove la luce del sole penetra a fatica, mentre tra spumeggianti cascatelle e cristalline pozze d’acqua il mormorio del torrente dà voce all’intera vallata. Tra un clic fotografico e l’altro arriva così il momento di risalire i pochi metri che ci separano dal sovrastante ponte tibetano, una traballante passerella sorretta da funi d’acciaio che al di là del vajo permette d’ammirare stavolta dall’alto l’ennesimo salto d’acqua, prima d’abbandonare a malincuore questo luogo incantato e riprendere il sentiero che su dall’opposto versante arrampica fin a intercettare la lunga scalinata che sale da Brentino (630m, 50min). A questo punto della giornata non resta che salire gradino dopo gradino l’ultimo tratto della via del pellegrino, l’erto sentiero che lì inciso nella parete nord del monte Cimo e a strapiombo sulla profonda forra nel frattempo anticipa un bel scorcio sul sovrastante santuario, prima d’attaccare al di là del ponte del Tiglio la Via Matri Dolorosae, le ultime due rampe di scale che portano al santuario dedicato alla Madonna della Corona (774m, 20min).
Mescolati ai numerosi devoti e ai semplici turisti che oggi affollano sia la stretta viuzza che il panoramico sagrato, c’è giusto il tempo per un attimo di raccoglimento davanti all’altare della Madonna, prima d’infilare la buia galleria che fuori dal mistico complesso religioso porta ai piedi dell’ennesima scalinata. Altra interminabile serie di scalini, dove tra gente che scende e altra che sale, tagliando i monotoni tornanti della strada riservata al bus navetta e passando davanti alle evocative sculture che scandiscono la Via Crucis, ecco che consumando le ultime energie rimaste il nostro periplo si conclude nel piazzale dell’albergo Residenza Stella Alpina (20min).
Dislivello assoluto 300m (↑407m, ↓462m)
Tempo di cammino ore 3:10.
Lunghezza tragitto Km 12.    
                                                 
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