25/07 Punta Telegrafo - GrEsGa

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25/07 Punta Telegrafo

Diario di Bordo > 2024
M. Baldo
Punta Telegrafo
25/07/2024
“Quando el Baldo el ga el capèl, o ch’el fa brutto o h’el fa bel”
Confidando nella seconda e più rosea ipotesi suggerita dal spiritoso proverbio veronese, eccoci qui tra i pascoli di Novezza (1430m), pronti a sfidare nuvole e salita pur d’arrivare in vetta al Telegrafo, la nostra meta.
                       
Nei pressi del Chalet Novezza la giornata inizia ridiscendendo verso valle la strada “Graziani”, un bel modo per sgranchire le gambe prima d’intercettare al tornante giù in basso il segnavia 657, il lungo sentiero che dal fondo della Val d’Adige sale al Telegrafo (1255m, 20min). Ed è così che adeguando il passo alla fatica, tra pascolo e macchia boscata c’innalziamo velocemente di quota fin a incrociare più in alto il Vallone Osanna, una breve discesa seguita da un’altrettanto breve salita che al di là dell’impluvio porta sul pianoro di località “Pianetti” (1540m, ore1:20), il posto giusto questo per prendersi una pausa e ammirare alle nostre spalle la strada fin qui fatta. Sotto l’incombente “cappello” che lassù sembra proprio non voler abbandonare la cresta del Baldo, a testa bassa eccoci lì ad arrancare sull’erto sentiero che nel folto dei mughi serpeggia verso monte, un affascinante viaggio nell’ignoto che porta dritto tra le nuvole. Un brusco cambio di pendenza e di scenario, dove d’improvviso dall’impalpabile foschia ecco apparire la famigliare sagoma dello stesso masso erratico già avvistato in partenza da Novezza, un punto di riferimento che dà l’idea su quel che ancora ci aspetta, mentre cercando di dare un nome alla miriade di fiori che qua e là fanno capolino tra le magre zolle erbose e i pini mughi, ecco che su terreno sempre più roccioso e ripido agguantiamo finalmente la trasversale mulattiera dell’Alta via del Baldo (2096m, ore1:20), un breve tratto in piano prima d’attaccare l’impervio sentierino che senza tregua arrampica fin sulla cima del Telegrafo (2200m, 20min), la nostra meta. Con la testa tra le nuvole, qui sotto la croce di vetta c’è gran poco da fare, e facendoci bastare il timido spicchio di lago che laggiù in Val delle Nogare traspare appena dalla foschia, ecco che scattata l’immancabile foto ricordo non resta che rintanarci nel sottostante rifugio, il posto giusto per gustare in bella compagnia una fetta di torta e farci gli occhi ammirando il quadro che lì appeso alla parete mette in bella mostra il panorama che oggi c’è stato negato. Senza più nessuna speranza di veder alzarsi il sipario sul lago e i suoi monti, a questo punto non resta che lasciare il rifugio e riacciuffare al di là del crinale il sentiero 651, un breve tratto verso nord prima di deviare a destra sull’indicazione 652 per Novezza (15min).
Abbandonata così l’Alta via del Baldo inizia il nostro rientro in valle, una lunga e scoscesa diagonale giù dal versante orientale che tra radici affioranti e gradoni rocciosi richiede attenzione, mentre poco dopo il bivio col segnavia 66 per cima Valdritta abbandoniamo anche l’originale tracciato del sentiero Bovi per deviare sulla traccia che stacca alla nostra destra (55min), una via alternativa e più diretta che scivolando tra i pascoli di Novezza si conclude direttamente al punto di partenza (20min).
Dislivello assoluto 945m. (↑945m, ↓976m).
Tempo di cammino ore 4:50.
Lunghezza tragitto Km. 10.
                                   
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