08/09 Dolomiti di Brenta
Diario di Bordo > 2020
Tra i rifugi del Brenta
"via ferrata Spellini"
08/09/2020
Non sapendo ancora cosa ci riserverà per i prossimi mesi l’emergenza pandemia, meglio approfittare di quest’ultimo scorcio d’estate e lasciarci guidare dall’amico Fabrizio tra le torri e i campanili del Brenta, dove la curiosità di risalire la via ferrata Spellini è l’occasione giusta per esplorare sentieri e visitare rifugi che ancora mancavano nel nostro diario di viaggio.
Dal parcheggio di Vallesinella (1524m) la nostra avventura inizia attraversando il ponte sul sottostante torrente, dove rompendo il fiato sull’erto sentiero che risale l’opposto versante, fra tratti gradinati e radici affioranti perveniamo al rif. Casinei (1825m, 40min), primo pitstop della giornata dove la vista alle nostre spalle spazia sulle distese nevose dell’Adamello e la piramidale vetta della Presanella. Ripreso il nostro cammino verso monte e senza lasciarci distrarre da una prima deviazione per il Tuckett, dritti sul segnavia 318 proseguiamo tra il bosco sempre più rado fino al successivo bivio della Valle del Fridolin (2043m, 30min). Tralasciata anche qui la deviazione sinistra per il Tuckett e mantenendoci invece dritti sul sentiero che a mezzacosta corre alto sulla Val di Brenta, traversando sotto i diruppi del Fridolin e superando nel frattempo un suggestivo passaggio tra le rocce seguito da una breve galleria e da un scosceso tratto asservito da corde di cortesia, con la vista che dinnanzi a noi si apre sempre più sul grandioso scenario dominato dal Crozon del Brenta e Cima Tosa giungiamo allo storico rif. Brentei (2182m, 45min.), punto d’incontro delle due vie d’andata e ritorno del circuito ad anello che ci condurrà nel cuore di pietra del Brenta. Mentre al rifugio fervono i lavori di restauro, accanto alla vicina cappelletta ora seguiamo il sentiero 318A, un lungo tracciato tra roccia e magri tappetti d’erba che lungo il fianco sinistro della Val Brenta risale nell’alto dell'impluvio, dove tra nevai e balze rocciose attrezzate con cordino infine approdiamo alla Bocchetta di Brenta (2552m, ore1:30), punto di svolta della giornata dove lasciandoci alle spalle la solare valle appena risalita e ignorato l’attacco della leggendaria via delle Bocchette, giù dall’opposto versante d’improvviso ci ritroviamo a camminare nella fosca atmosfera che avvolge di mistero il sentiero per gli ormai vicini rifugi Tosa e Pedrotti (2491m, 10min). Purtroppo, i capricciosi banchi di nebbia che a ondate alterne risalgono dalla val dei Massodi concedono ben pochi scorci sulla Brenta Bassa e il Croz del Rifugio, e così seduti attorno ad un tavolo dell’accogliente Pedrotti non rimane che consolarci con il nostro frugale spuntino e un boccale di birra prima di digradare al sottostante rif. Tosa. Ignorando qui il sentiero che scende direttamente sulle rive del lago di Molveno e piegando invece a nord sul segnavia 303, percorrendo un tratto del sentiero Orsi arriviamo al bivio della Busa dei Sfulmini (2364m, 40min), altro cruciale cambio di rotta dove arrancando direttamente su a monte, con l’elegante e inconfondibile profilo del Campanile Basso che di tanto in tanto fa capolino nella foschia, tra rocce e ghiaioni arriviamo all’attacco ufficiale della via ferrata Spellini (35min). Imbraco, caschetto, ed ecco che aggirandoci tra misteriosi e arcigni gendarmi di pietra, fra esili cenge, intriganti passaggi su roccia e vertiginose scale al cardiopalma, assicurati all’immancabile cavo d’acciaio in alto approdiamo alla Bocca degli Armi (2749, 50min), strategico valico dove incrociamo nuovamente la mitica via delle Bocchette. Anche qui la foto di gruppo è d’obbligo prima di calare giù nella Vedretta degli Sfulmini, dove camminando a margine della lingua ghiacciata e attraversandola solo per un breve tratto con tanto di ramponi ai piedi, senza indugiare sotto l’instabile colata di sfasciumi che scivola giù dalla Cima degli Armi alla fine atterriamo nella conca rocciosa del rif. Alimonta (2580m, 30min). Giusto il tempo per un breve break e togliere l'attrezzatura da ferrata, e giù nel vallone dei Brentei ora ci aspetta l’agevole sentiero 323, un tracciato tutto in discesa che passando accanto a giganteschi macigni porta nuovamente al rif. Brentei, punto di chiusura del nostro circuito ad anello tra i rifugi del Brenta (2182m, 50min.).
Lasciandoci alle spalle il grandioso paesaggio dolomitico a questo punto non resta che ricalcare a ritroso il medesimo tragitto fatto all’andata per concludere così la nostra epica avventura là dov’era iniziata (ore1:25).
Dislivello assoluto 1225m. (₊1562m. ₋ 1575m.).
Tempo di cammino ore 8:30.
Lunghezza tragitto Km. 29.