11/06 Cima Rest
Diario di Bordo > 2015
Valvestino
Da Cima Rest al Tombea
11/06/2015
Sfidando l'ingrato meteo oggi siamo tornati sul solitario altopiano di Cima Rest, dove lasciandoci alle spalle l'antico borgo con i fienili dal tetto in paglia, verso monte risaliremo il versante orientale della cresta spartiacque che separa la Valvestino dalle nordiche valli Trentine, un antico confine segnato dalle indelebili testimonianze della grande guerra.
Raggiunto l’altopiano di Cima Rest (1205m), proprio lì dinnanzi alla chiesetta degli alpini imbocchiamo la stradina a fondo cementato (segnavia 69) che tra antichi fienili e rustiche cascine ben presto fuoriesce dall’abitato per infilare poi il straordinario viale di contorti faggi che su per un’ultima rampa porta a Malga Alvezza (1280m), ultima abitazione della contrada dove tra galline ruspanti e maialini affamati già fervono i lavori quotidiani. Sempre accompagnati da una schiera di patriarcali faggi, alternando sterrato a brevi tratti cementati più avanti abbandoniamo la carrabile che a destra prosegue nella val Campei per prendere alla nostra sinistra la mulattiera del segnavia 66 per malga Tombea e Bocca di Cablone (1930m, 35min). Costeggiando così la Selva del Ponte, per verdi radure e ombrose macchie boscate nel frattempo attraversiamo un torrentello e risaliamo poi tra i pascoli alpini, dove punzecchiati dalle prime gocce d’acqua non resta che correre ai ripari imboccando a sinistra il viottolo per Malga Tombea (1800m, ore1). Fra tuoni e fulmini nel frattempo lì sotto la tettoia metallica della stalla il ticchettio della pioggia inizia a scemare fin a spegnersi quasi del tutto, il momento giusto per abbandonare il provvidenziale riparo e risalire il sentiero che lì a fianco porta dritto in cima al Tombea stesso (1950m, 40min), un punto panoramico eccezionale sia sul Garda che il lago d’Idro, dove però le indicazioni che l’osservatorio a pozzo distribuisce generosamente in tutte le direzioni stavolta servono a gran poco. Infatti basse nubi e vento fresco lasciano appena il tempo per una foto ricordo, prima di riparare velocemente sul sentiero sottocresta. Una ritirata strategica dove senza tentennamenti seguiamo il sentiero d’arroccamento che passando dinnanzi a una serie di grotte e postazioni militari più a sud s’innesta sulla strada carrabile che porta al valico di Bocca Cablone (1755m, 45min). Tralasciando qui il sentiero che cala giù in Valsabbia, sul fianco orientale dello spartiacque proseguiamo sul zigzagante tracciato della carrabile che immersa nella faggeta cala nel frattempo a località “Cordetèr” (1450m, 40min), punto cruciale questo dove in piena curva, alla strada fin qui seguita preferiamo l’evidente viottolo che stacca alla nostra sinistra, una via alternativa che alle spalle di un bàito tira dritto tra prato e bosco fin a intercettare a nord nuovamente il sentiero 66 del mattino (1400m, 25min).
Salutati da alcuni timidi raggi di sole e accompagnati dal vivace scampanellio di un gregge di caprette, ecco che sfilando sotto i stessi contorti faggi del mattino torniamo fin troppo velocemente al punto di partenza (50min), dove l’ora ancora favorevole e il sole splendente suggeriscono di lasciare gli zaini lì in auto, prima di concludere la giornata sul dosso che poco sopra al parcheggio ospita l’osservatorio astronomico e offre una bella vista sull’altopiano (1276m, 20min. A/R).
Dislivello assoluto 745 m.
Tempo totale di cammino ore 5:15.
Lunghezza tragitto Km. 18.