20/08 Catinaccio
Diario di Bordo > 2022
Val di Fassa
Catinaccio
20/08/2022
Sfidando le fosche nubi e la miriade di turisti che in questo periodo dell’anno affollano sia i sentieri che i rifugi del Catinaccio, lassù, nel giardino segreto di Re Laurino ci avventureremo tra i frastagliati Dirupi di Larsec, un’affascinante area selvaggia e sconosciuta ai più, dove tra orizzonti di roccia e il blu del cielo si ha veramente la sensazione di poggiare i piedi sulla luna.
Al rifugio Ciampedie (2000m) lasciamo la stazione della funivia per avviarci sul segnavia 540, una comoda mulattiera che passando per il vicino rifugio Negritella e con vista sui frastagliati Dirupi di Larsech porta dritto al rifugio Gardeccia (1949m, 30min), punto d’incontro delle nostre due vie d’andata e ritorno. Giusto il tempo per un caffè al volo, e calando leggermente lungo la strada che sale da valle, ecco che superato il ponticello sul “ruf de Soal” a sinistra prendiamo il segnavia 583, il sentiero che innalzandosi tra i mughi nel frattempo aggira l’imponente bastionata meridionale della Gran Fermada per infilarsi poi nel selvaggio canalone roccioso che sale al passo delle Scalette (50min). Ed è così, che lì stretti tra la Pala da Lalacia e dei Cront ci ritroviamo aggrappati al cavo d’acciaio della via attrezzata delle Scalette. Un primo tratto alquanto esposto ma per nostra fortuna breve, dove poggiando i piedi sulle solide staffe conficcate nella roccia, nel frattempo riprendiamo ad arrancare su per il tumultuoso cumulo di pietre che riempiono l’angusta gola. Un’impervia via di salita, dove oltre a cercare buoni appoggi per i piedi bisogna trovare i giusti appigli per le mani, e dove superato strada facendo un secondo e più semplice tratto attrezzato, ecco che su in alto guadagniamo l’ampia sella di Passo delle Scalette (2348m, ore1), l’occasione giusta questa per tirare fiato e sbirciare dalla curiosa finestra che alle nostre spalle offre un’ultimo sguardo sul Ciampedie, Punta Vallaccia e la Marmolada. Abbassandoci ora nell’invaso del Lago Secco e camminando direttamente sul muretto che ne sbarra lo sbocco a valle, sul fianco destro dell’ampia conca risaliamo fin sulla spianata che introduce nella sovrastante Val Laussa, un suggestivo paesaggio lunare disseminato qua e là di pietre e magri ciuffi d’erba, dove avvolti nel silenzio assoluto basta puntare dritti sul fondo della conca e riprendere poi a salire verso monte, dove aiutati dall’ennesimo cordino d’acciaio raggiungiamo Passo Laussa (2700m, ore1), una meta sudata dove la vista a nord spazia sul Sasso Lungo e l’inconfondibile Gruppo del Sella. Punzecchiati dalla frizzante aria d’alta quota nel frattempo ci affacciamo sull’ampio vallone d’Antermoia, dove accompagnati dal vivace vocio dei turisti che sotto di noi passeggiano in riva all’omonimo lago, alla nostra destra seguiamo il dolce saliscende delle ampie lastronate rocciose fin a calare giù al rifugio d’Antermoia (2497m, 40min), posto e momento giusto per la nostra sosta rancio. Dopo aver fatto gli onori alla cucina di casa, ecco arrivato il momento dell’immancabile foto di gruppo prima di portarci in riva al vicino lago di Antermoia e proseguire da lì sul fondo dell’ampio vallone, fin ad arrivare ai piedi dell’imponente mole del Cattinaccio d’Antermoia, dove dando fondo alle ultime energie rimaste attacchiamo senza tregua l’erto conoide detritico che sale al passo di Antermoia (2770, ore1:15), un trafficato valico che qui collega il vallone appena percorso con la più mondana Val di Vajolet. Tra i numerosi escursionisti che qui valicano nei due sensi, per segnavia 584 caliamo ora nell’opposto versante fin a rasentare stavolta l’imponente parete sud del Catinaccio d’Antermoia, un sdrucciolevole sentierino che in costante discesa atterra direttamente sulla terrazza del rifugio di Passo Principe (2601m, 30min), altra occasione per una foto ricordo prima d’infilare decisi la Val di Vajolet e raggiungere più in basso ancora l’omonimo rifugio Vajolet e il Preuss (2243m, 35min), due storici rifugi che lì nel cuore del Rosengarten dominano l’intera valle.
Lasciando alla nostra destra le Torri di Vajolet e il sentiero che risale al Re Alberto, non resta che proseguire sulla trafficata rotabile che sotto la rupe delle “Porte Negre” prosegue in discesa fin al rifugio Gardeccia (1950m, 30min), punto di chiusura del nostro periplo, dove ricalcando a ritroso la mulattiera del mattino, ben presto la giornata si conclude dinnanzi alla stazione della cabinovia di Ciampedie (30min).
Dislivello assoluto 817m.
Tempo di cammino ore 7:20.
Lunghezza tragitto Km 21.
Note:
Oltre alla lunghezza del tragitto, tengo informare che il sentiero delle scalette, anche se personalmente non ho visto grandi difficoltà, è da considerarsi a tutti gli effetti una via ferrata, pertanto è d’obbligo l’uso di caschetto, imbrago e cordino con dissipatore.