30/12 Forra del Lupo - GrEsGa

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30/12 Forra del Lupo

Diario di Bordo > 2024
Folgaria
Forra del Lupo
30/12/2024
Prima che cali il sipario su questo vecchio e malandato 2024, rieccoci qui tra i boschi e i pascoli tutti innevati dell'altopiano di Folgaria, dove in quel di Serrada, in veste invernale e a due passi dalle trafficate piste da scii la mitica forra del Lupo riserva sempre belle sorprese.

Nell’area sosta di località Cogola (750m), l’imperturbabile sentinella messa lì a guardia della zona sembra invitarci a imboccare la via che sale a monte, pochi metri d’asfalto prima di deviare a destra sull’erboso ripiano che in fronte al Pasubio e affacciato sulla Val di Terragnolo offre un’insolita vista sia sul Baldo che l’Altissimo di Nago. Tra chiazze di neve e ciuffi d’erba ingialliti dal freddo ci avviamo così sull’indicazione del 137, il sentiero che passando oltre la deviazione per la palestra di roccia e quella successiva di località Knot, s’infila poi nella mitica “Forra del Lupo”, l’evocativo camminamento d’arroccamento che fra trincee e incombenti pareti offriva all’esercito austroungarico una strategica vista sia sulla sottostante valle che la contesa linea del Pasubio. Senza alternativa alcuna ci ritroviamo così sul suggestivo percorso di guerra che fra insidiosi gradini ghiacciati e cumuli di neve ad ogni passo richiede attenzione, mentre bui ricoveri in grotta e originali foto in bianco e nero sono ancora lì a testimoniare la dura vita di quanti qui han combattuto sia il nemico che l’avversità meteo, un tuffo nella storia che alla fine dell’intrigante labirinto di roccia sfocia nella solare radura di località Caserme (1490m, ore1:35). A questo punto, immersi nel candore della neve e baciati dal sole, all’ombroso percorso della Forra preferiamo la vecchia strada militare che sale da Serrada, un più agevole tracciato tutto innevato che ad ampi zig zag sale verso monte, e dove alternando l’ombra degli abeti a solari radure, passando strada facendo dinnanzi ai resti di caserme diroccate e al bivio per la Martinella, ecco che alla nostra destra rimontiamo sul culmine del Dosso delle Somme (1670m, ore1:00), un strategico belvedere presidiato dalla possente fortezza che gli austriaci chiamavano “Werk Serrada”. Giusto il tempo d’immortalare il vicino Monte Maggio e il passo della Borcola, e con un strategico dietrofront torniamo giù al precedente bivio, dove dritti dinnanzi a noi stavolta seguiamo il segnavia 136, una pista di neve ben battuta che in disparte da quella dello scii sale in groppa al Doss della Martinella e porta all’affollata Baita Tonda (1606m, 35min), posto e momento giusto per liberarci degli zaini e sederci attorno ad un tavolo per la meritata sosta.
Beatamente spaparanzati al sole e circondati dall’impareggiabile vista che ben oltre i monti della Val d’Adige a ovest arriva fin alle algide vette dell’Adamello e del Brenta, a malincuore arriva il momento di lasciare quest’angolo di paradiso per riprendere il segnavia 136, l’evidente traccia che giù a ovest stavolta si mantiene sulla sinistra della pista da scii e s’intrufola nel bosco. Un ritorno tutto in discesa, dove intersecando al bivio più in basso la stessa strada che sale al Dosso delle Somme (30min) e imboccato sulla sinistra il sentiero che solo poco più in alto e parallelo al tracciato della Forra del Lupo prosegue lungo il bordo dell'altopiano stesso, ecco che giù in valle atterriamo direttamente nel parterre d'arrivo della lunga pista che scivola giù dalla Martinella (20min), dove lì tra le prime abitazioni di Serrada non resta che attraversare alla nostra sinistra l’area sosta e passare nuovamente sotto il vigile sguardo della sentinella austriaca, per concludere così in bellezza al punto di partenza (10min).
Dislivello assoluto 920m. (↑449m, ↓512m).
Tempo di cammino ore 4:10.
Lunghezza tragitto Km 10.
                                              
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