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06/11 rif. XII Apostoli

Diario di Bordo > 2024
Gruppo del Brenta
Rifugio XII Apostoli
06/11/2024
Sarà anche per la bassa stagione, ma poco in disparte dalla mondana conca di Madonna di Campiglio, ecco che la recondita Val d’Algone ci rivela un’angolo delle Dolomiti di Brenta insolito, un’autentica area “wilderness” dove il silenzio è rotto solo dal gorgoglio del torrente che scorre in valle, e dove due impervi canaloni aspettano solo di essere risaliti, per offrire così ai più audaci l’incredibile sensazione di aver raggiunto un “mondo a parte”.

Dinnanzi a malga Nambi (1374m) proseguiamo per qualche decina di metri ancora lungo la carrabile che risale nell’alta Val d’Algone fin al primo tornante, dove intrufolandoci alla nostra destra nel bosco e guadato il torrente d’Algone stesso, ben presto arriviamo là dove le nostre due vie d’andata e ritorno si dividono (1500m, 20min). Sempre sulla destra ora seguiamo l’indicazione del 341B, il sentiero che nel bosco sempre più rado prosegue in falsopiano, fin a sbucare nella radura del “Baito dei Cacciatori”, una pittoresca casupola in pietra addossata a un macigno che sembra fatta apposta per una prima sosta (1780m, 50min). Dopo la breve pausa non resta che lasciarci alle spalle questo luogo da fiaba e ricominciare ad arrancare su per il sentiero che nell’ombra della “Pala dei Mughi” s’intrufola proprio tra gli aguzzi aghi di pino mugo, un percorso accidentato dove tra radici e pietre affioranti c’innalziamo sempre più di quota, prima di calare nella così detta “Busa di Sacco”, una lussureggiante conca che lì al centro del grandioso anfiteatro dolomitico suggerisce l’ennesima sosta (2000m, 40min). Se il percorso per ora non ha mostrato particolari difficoltà, ecco che qui, ai piedi delle incombenti pareti la musica cambia. Infatti, sotto l’occhio vigile di “Cima Finestra” che da lassù osserva l’intera scena, è arrivato il momento d’inerpicarci su nell’alto impluvio della Val del Sacco, un impressionante colatoio di sfasciumi e pietre che assomiglia tanto a un impetuoso torrente, e dove annaspando controcorrente nel frattempo superiamo un tratto attrezzato con cordino, prima d’approdare su un provvidenziale gradone roccioso che a metà percorso dà sollievo alla fatica. Con le algide vette dell’Adamello alle spalle, riprendiamo così ad arrancare senza tregua su per l’ennesimo cambio di pendenza, una vera e propria cronoscalata da affrontare a testa bassa, mentre ormai in dirittura d’arrivo eccoci lì a sfilare sotto il naso di una curiosa dozzina di sculture in pietra dalla vaga sembianza umana, una bizzarria della natura che quassù ha suggerito il nome per l’ormai vicino “Passo dei Dodici Apostoli” (2579m, ore2:20). Con la soddisfazione che accompagna ogni meta guadagnata con fatica, stanchi ma felici non resta che scattare la rituale foto di gruppo e cercare un nome per tutte le cime che ci circondano, prima di calare giù al vicino e omonimo rifugio dei XII Apostoli (2489m, 20min), posto e momento giusto questo per la sosta rancio. Una ciacola tira l’altra, e con le algide vette dell’Adamello e della Presanella ben in vista il tempo vola via così in fretta da dover rinunciare alla visita della vicina chiesetta, buona scusa questa per tornar qui un’altra volta, mentre con Cima d’Ambiez e Cima d’Agola alle spalle non resta che abbandonare questo paesaggio lunare per imboccare il segnavia 307, altro scosceso e dirupato sentiero che stavolta giù nella Val di Nardis non ha nulla da invidiare a quello della salita. Ed è così che poco sotto il rifugio, tra le placche rocciose modellate dall’antico ghiacciaio ignoriamo la deviazione per Bocchetta dei Camosci e continuiamo a perdere quota fin ad aggrapparci al cavo d’acciaio di un tratto attrezzato, un primo passaggio impervio prima d’attraversare il ghiaione che sotto Cima Nardis ci accompagna fin all’attacco della così detta “Scala Santa”, un scosceso e breve canalino ben gradinato dove la discesa prosegue poi tra alcune roccette prima di seguire il scosceso tracciato che nel ghiaione finale atterra nel “Pian de Nardis” (1822m, ore1:20), dove tra fili d’erba e aghi di pino addobbati dalla galaverna, basta alzar la testa per immortalare ancora una volta il rifugio XII Apostoli e le pallide pareti che lassù riverberano alla luce del sole. Attraversata la gelida conca ricominciamo poi a salire tra abeti e larici, una salita ben distribuita che sul colmo del successivo colle offre una bella vista sulla Val d’Agola e il suo lago, mentre calpestando il tappetto d’aghi secchi che ricopre il sottobosco proseguiamo con passo spedito fin al valico di “Bregn dell’Ors”, dove con una secca curva a gomito nel frattempo il nostro sentiero prosegue per il successivo Passo del Gotro (1850m, 35min).
Senza lasciarci distrarre dall’indicazione per malga Movlina, dritti sul 333 proseguiamo in costante discesa fin a intercettare giù nel bosco il bivio del mattino (30min), dove a questo punto è sufficiente tornare sui nostri passi fin sulla strada della Val d’Algone, prima di concludere in bellezza al nostro punto di partenza (15min).
Dislivello assoluto 1205 m (↑1273m, ↓1285m).
Tempo di cammino ore 7:10.
Lunghezza tragitto Km 14.
                                     
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