01/08 M.Zingla
Diario di Bordo > 2015
Alto Garda Bresciano
M.Zingla
01/08/2015
L’entroterra del Garda bresciano, benché vicino alle caotiche vie turistiche gardesane è riuscito a custodire nel tempo la sua originale identità, dove l’antropizzazione umana è testimoniata per lo più da poche e caratteristiche malghe. Un prezioso angolo di vera montagna garanzia di interessanti escursioni per ogni stagione. Ed è così che senza allontanarci troppo da casa, in compagnia di Flavio e Giuseppe oggi ci portiamo a Vobarno, dove risalita la recondita Val Degagna alla fine il nostro viaggio in auto termina a San Martino (373m), punto d’inizio di una nuova avventura tra i monti del basso Garda bresciano.
Camminando lungo la stretta stradina che si snoda tra le rustiche case di S.Martino e Cecino, sotto una leggera pioggerellina ben presto ci ritroviamo al ponte sul torrente Agna (510m, 25min), ove proseguendo sulla stretta mulattiera che s’inoltra nella lussureggiante e umida “Valle Prato della Noce”, alternando tratti di sterrato a ripide rampe cementate e rimanendo sempre sul segnavia n°7, giungiamo al nostro primo pitstop di Malga Prato della Noce (879m, 45min), dove manco a dirlo, tutt’attorno si ergono tanti robusti noci. Tralasciate qui le indicazioni per “Passo della Fobbiola” (nostra successiva via di rientro), ora su indicazione del simpatico e ben informato malgaro imbocchiamo il sentiero a W (segnavia n°10), che a fianco della malga s’inerpica nel boscoso pendio orientale del “Dosso di Mezzo”, anticima meridionale del dominante Zingla. La folta vegetazione del sottobosco e le rare segnalazioni bianco/rosse, spesso ci fanno perdere la traccia, ma grazie alle preziose indicazioni impartite dal malgaro ben presto ci ritroviamo alla strategica sella che separa il Dosso di Mezzo dallo stesso Zingla (1040m, 35min). Tralasciate qui le tante indicazioni che l’importante crocevia distribuisce in tutte le direzioni, mantenendoci sul segnavia n°10 riprendiamo ad arrancare sull’erto pendio che d’innanzi a noi risale tra i radi pini silvestri che anticipano la sovrastante prateria alpestre. Attraversando a questo punto il pascolo alpino e rimontando nel frattempo su per l’erboso spallone che separa le due cime dello Zingla, ecco che issandoci su per la traccia che s’impenna ad est, in alto alla nostra destra agguantiamo la massima elevazione della giornata (1947m, ore1:10), dove la vista sui monti del circondario è impreziosita da quella sull’azzurro Garda e dal lago di Valvestino. Giusto il tempo per una foto sotto la croce di vetta, e incalzati da una pioggia sempre più insistente non rimane che calare giù dal canalino verticale (corda di cortesia, segnavia 12) che ai piedi della parete orientale dello Zingla prosegue poi verso le propaggini settentrionali del monte, dove ben riparati sotto il fitto ombrello di contorti faggi, giù in basso perveniamo alla caratteristica chiesetta posta nei pressi del rifugio alpino di “Campei de Sima” (1017m, ore1).
A questo punto, proseguendo sulla carrozzabile che cala a valle, transitando prima dalla graziosa radura del passo della Fobbiola e poco dopo da Malga Prato della Noce (45min), ricalcando da lì il tracciato fatto al mattino, alla fine ritorniamo a S.Martino di Degagna (ore1:25).
Dislivello assoluto 1124 m.
Tempo totale di cammino ore 6.
Lunghezza tragitto Km 18.