03/06 M.Testo
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Pasubio
M.Testo
03/06/2022
Pasubio, un luogo indubbiamente ricco di fascino paesaggistico e bellezze naturali, dove tra lussureggianti pascoli in fiore la curiosità ci ha portati ad esplorare trincee e gallerie sul M.Testo. Uno strategico cucuzzolo questo che avvolto da minacciose nubi e sotto un cielo color del piombo, oggi ci restituisce un’immagine diafana e malinconica di quei stessi luoghi che furono teatro dei più sanguinosi eventi della grande guerra.
Superato il cimitero austroungarico, lì nel Pian di Cheserle (1370m) troviamo la piazzola giusta per lasciare l’auto all’ombra di un paio di betulle e incamminarci sul segnavia 101. Un breve tratto della ben più lunga carrozzabile per l’Alpe Pozza che sarà poi il nostro rientro, e che poco più avanti abbandoniamo per deviare a destra sul segnavia 122 (15min). Imboccato così il sentiero che gradualmente sale nel bosco, nel frattempo sbuchiamo nell’alpe di Malga Zocchi (1700m, 25min), una lussureggiante valletta punteggiata di botton d’oro e avvolta nel silenzio del pascolo non ancora monticato. Suggestive sensazioni e cromie primaverili che fan dimenticare il grigiore dell’ingrata giornata, mentre nel bel mezzo del pascolo tralasciamo la diramazione destra per il valico di Menderle (10min) e proseguiamo dritti fin alla Bocchetta dei Foxi (1720m, 20min). Lasciando alla nostra destra l’indicazione per il Corno Battisti e persistendo invece a sinistra sul segnavia 102, ecco che abbandonata subito dopo anche l’indicazione per la bocchetta delle Corde, sempre a sinistra deviamo sul 102A per il monte Testo. Nella rada pineta iniziamo così a salire senza alcuna fatica su per il versante meridionale del monte, e intercettato più in alto il bivio col sentiero che sarà poi il nostro rientro in valle (1965m, 20min), ecco che lì a destra perveniamo ben presto sulla sommità del M.Testo (1999m, 15min), strategico punto d’osservazione sulla conca di Cosmagnon e la catena di monti che dal Roite prosegue poi per il Dente Austriaco, il Dente Italiano e Cima Palon. Un’aspro paesaggio roccioso rovinosamente frantumato dai violenti scopi di mina della “Grande Guerra”, e che nel grigiore della giornata, lì dinnanzi a noi lascia appena il tempo per uno scatto fotografico prima d’infilare il dedalo di trincee e gallerie che quassù si rivela la vera meta della giornata. E così, dopo esserci avventurati nelle viscere della terra, ecco che punzecchiati dalle prime gocce d’acqua non rimane che tornare al precedente bivio, dove proseguendo stavolta sull’indicazione del 102A e calando dall’opposto versante, giù nell’alpe della Pozza giungiamo ben presto al rifugio V.Lancia (1825m, 25min). Una discesa fin troppo veloce, tanto che sorvegliati dall’imponente mole del Col Santo ci ritroviamo lì a vagare senza meta tra i verdi pascoli di Malga Pozze, un ideale esercizio defaticante prima di tornare al rifugio, e sederci stavolta attorno ad un tavolo a far gli onori alla cucina di casa (30min).
Giusto il tempo per un ultimo sguardo al monte Testo e scattare l’immancabile foto di gruppo, e sull’indicazione del segnavia 101 giriamo le spalle all’Alpe Pozza per ricalcare integralmente l’agevole carrabile sterrata che scende a valle. La stessa imboccata al mattino, che passando strada facendo per gli originali abbeveratoi dei “sette Albi” e per l’area sosta del Sassom, tutta in discesa torna al punto di partenza (ore1:20).
Dislivello assoluto 629m.
Tempo di cammino ore 4.
Lunghezza tragitto Km 13.