25/09 San Glisente
Diario di Bordo > 2021
Valtrompia (Passo Maniva)
Sulle orme di San Glisente
25/09/2021
Un pessimista vede solo il lato scuro delle nuvole, e si deprime;
un filosofo vede entrambi i lati e se ne infischia;
un ottimista non vede neanche le nuvole… perché cammina su di esse.
un filosofo vede entrambi i lati e se ne infischia;
un ottimista non vede neanche le nuvole… perché cammina su di esse.
Ispirati dalla fervida immaginazione di “Leonard Louis Levinson” e bucata la grigia cortina che separa la Val Trompia dai suoi monti, ecco che sotto un cielo incredibilmente azzurro salpiamo dal Giogo di Maniva per navigare sopra un candido mare di nuvole, un viaggio onirico che tra realtà e fantasia ci porterà all’eremo di San Glisente.
Tra il belare delle pecore che lì sul tornante della provinciale già di primo mattino brucano l’erba, iniziamo la giornata col seguire le chiare indicazioni bianco-rosse (CAI 80) e bianco-azzurre del Tre Valli bresciane (3V), colori diversi per identificare un’unico stradello brecciato, un lungo itinerario per lo più pianeggiante dove mantenendoci alti sui ruderi del “Casermone” e costantemente affacciati sulla Val Trompia, passando ai piedi del M.Dasdana e del Colombina superiamo il Goletto di Gludona (2031m, 35min) fin ad arrivare senza alcuna fatica al crocicchio di Passo Sette Crocette (2041m, 25min), un nome questo dovuto alle sette croci in ferro battuto conficcate tra le pietre di un basso muro, un manufatto datato 1668 la cui origine ancora oggi rimane un mistero. Risalendo lievemente su per le pendici orientale del Crestoso, da lì a poco lasciamo l’indicazione della vetta per deviare a destra sul sentiero che a mezzacosta incide il fianco orientale del monte stesso, un lungo traversone in contropendenza che porta al passo del Crestoso (2000m, 30min), dove lì stretti tra l’omonimo monte e il Colombino, tra pietre e setose zolle d’erba pregne d’acqua ben presto giungiamo al cospetto della Nicchia di San Glisente (2000m, 15min), primo segno tangibile della vita del santo sulla nostra roadmap. Dopo il tranquillo saliscendi fin qui seguito ecco che d’improvviso la musica cambia, infatti tralasciate le indicazioni che a destra e a sinistra inviano ad altre destinazioni, il nostro sentiero ora s’inerpica deciso su per la rupe rocciosa che sovrasta l’evocativo anfratto, un brusco cambio di pendenza che prosegue fin a sfiorare la rotonda sommità del Monte Frà (2130m, 30min) prima di calare leggermente dall’opposto versante occidentale e attaccare subito dopo la successiva china che porta in groppa alla Colma di San Glisente (2161m, 25min), massima elevazione della giornata dove accanto a un cippo di pietre troviamo un’abbagliante disco in acciaio, una sorta di “Rosa dei Venti” che oltre agli immancabili punti cardinali distribuisce in tutte le direzioni i nomi dei monti vicini e lontani che via via il nostro occhio riesce ad avvistare. Sodisfatta la curiosità non rimane che digradare sul pianoro che poco più in basso ospita il bivacco e l’eremo di San Glisente (1956m, 20min), un solare pascolo ben affacciato sulla Val Camonica dove giusto il tempo d’aprire il cancelletto che sta ai piedi della chiesetta, ed ecco che superato un breve e buio cunicolo d’improvviso ci ritroviamo avvolti nella penombra della cripta, un luogo mistico che invita a riflettere e ti carica di domande, e dove lì soli con se stessi, davanti al piccolo altare che sembra risplendere di luce propria divien naturale cercar risposte.
Fuori dalla cripta e alla luce del sole non resta che accomodarci ad uno dei tavoli ben sistemati nei dintorni della chiesetta e all’adiacente bivacco, il posto giusto per consumare il nostro frugale spuntino e scattare la rituale foto ricordo, prima d’invertire la nostra rotta di 180° e tornare a ritroso sui nostri stessi passi fin al punto di partenza (ore2:50).
Dislivello assoluto 161m. (₊1449, ₋1446).
Tempo di cammino ore 5:30.
Lunghezza tragitto Km 20.