16/08 Corno Bianco
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Corno Bianco
16/08/2022
Alto sopra il celebre Santuario di Pietralba, il Corno Bianco si distingue da lontano per la chiara cuspide rocciosa che emerge dall’altopiano di “Regglberg”, e che lì accanto al “gemello” Corno Nero, crea un curioso e affascinante contrasto cromatico che non passa di certo inosservato.
Zirmersteig o semplicemente “W” come Weisshorn, cioè Corno Bianco. Comunque lo vogliate chiamare è sempre lui, il sentiero che in quel di Redagno (1550m), alle spalle della pittoresca chiesetta di San Volfgang s’infila nel bosco, fin ad arrivare al primo bivio della giornata, dove abbandonata l’indicazione bianco rossa del numero 3, verso monte iniziamo a risalire sul 12. Senza lasciarci distrarre dalle varie deviazioni che da qui in poi portano ad altre destinazioni, insistendo verso monte nel frattempo sbuchiamo tra i Prati Lahaner, morbidi e lussureggianti pascoli baciati dal sole, dove ripiegando da lì a poco nuovamente nel bosco, nel frattempo ci portiamo sul bordo del profondo Canyon di Bletterbach. Immortalando le colorate pareti rocciose che di tanto in tanto fanno capolino tra le fronde degli abeti, nel frattempo sbuchiamo nuovamente tra i pascoli che a sud s’affacciano sull’abitato di Redagno e la Val d’Adige, una radura con tanto di panchina e pittoresca santella dedicata a San Floriano che ben merita una breve sosta contemplativa, prima di continuare la salita nel bosco e tornare sul bordo del canyon, ultimo e imperdibile punto panoramico questo, dove oltre la profonda gola di Blettrebach la vista spazia sui pascoli e i boschi che a nord abbracciano il santuario di Pietralba. Ancora qualche passo verso monte, e tutt’a un tratto ecco cambiare completamente scenario. Infatti, facendoci strada nell’intricata macchia dei mughi e con la bianca cuspide che incombe là in alto, non resta che abbassare la testa e iniziare ad arrancare faticosamente tra le nude rocce, fin a guadagnare la croce di vetta del Corno Bianco (2313m, ore2:30). Con il profondo baratro che lì ai nostri piedi squarcia in due l’altopiano, è sufficiente fare un giro completo su noi stessi per catturare con lo sguardo gruppi montuosi come: l’Ortles, Alpi Venoste, Sciliar, Catinaccio, Latemar, Pala di Santa e le dolomitiche cime del Brenta, una miriade di valli e monti vicini e lontani che star qui ad elencare diventa fin impossibile. Dopo esserci fatti gli occhi con tanta bellezza, stavolta giù a sud caliamo da un scosceso canalino asservito da un cordino, dove tra rocce e mughi ci abbassiamo poi tra i pascoli che digradano giù a passo Oclini (1989m, 30min). Lì stretti tra il Corno Bianco e il Corno Nero, ci lasciamo alle spalle l’affollato albergo e il rispettivo parcheggio per incamminarci direttamente lungo la strada che qui collega la trentina Val di Fiemme con l’altoatesina Val d’Ega. Un’agevole sterrata dove accodati ai numerosi turisti e ben sorvegliati dalle tranquille mucche al pascolo, dritti a ovest giungiamo nell’idilliaco alpeggio di Malga Corandin (1948m, 20min), il posto giusto questo per sederci comodi nel prato, e lì difronte al Corno Nero e Bianco consumare il nostro rancio.
Per il ritorno a Redagno, alla comoda strada preferiamo immergerci nuovamente nel bosco imboccando sulla destra il sentiero Blauweg (segnavia B). Un lungo sentiero dove ignorando strada facendo il bivio che invia nuovamente sul bordo del Canyon (40min), con una decisa deviazione e in costante discesa andiamo a confluire sulla strada forestale che più in basso ancora va a intercettare l’asfalto della provinciale (10min), la via maestra che basta risalire verso monte per ritrovarci tra le abitazioni di Redagno, e terminare così la giornata dinnanzi alla chiesetta di San Volfgang (10min).
Dislivello assoluto 763m.
Tempo di cammino ore 4:20.
Lunghezza tragitto Km 13.