13/08 Le cime del Baldo
Diario di Bordo > 2015
M. Baldo
Cima Telegrafo e cima Valdritta
13/08/2015
Berg Wald per i tedeschi, o Mons Polninus in epoca romana, comunque sia per noi è semplicemente il Monte Baldo, il monte a due passi da casa nostra, che in un attimo dal clima mediterraneo del Garda ci permette di cavalcare i crinali più alti, dove d’un solo colpo d‘occhio è possibile dominare la pianura e l’azzurro lago, i lontani profili dell’Appennino e le nordiche vette di confine. Insomma, una meta sicura e appagante, comoda a casa e adatta per tutte le stagioni.
Lasciata l’auto sul tornante poco sopra il rifugio Novezzina (1200m), senza ancora saper bene dove condurrà questa solitaria escursione mi incammino sul sentiero del vallone Osanna (n°657) dove rompendo il fiato su per l’erto pendio e immergendomi più in alto nella fascia dei mughi, deviando nel frattempo a sinistra sul sentiero che sul bordo del vallone digrada e fuoriesce velocemente dalla lieve depressione, ecco che risalendo un tratto gradinato, su dall’opposto versante dell’impluvio approdo ben presto ad un solare pianoro corredato con tanto di tavolo e panche, ottima sosta di mezza via (1540m, 30min). Dopo una breve sosta riprendo il cammino su per la massima pendenza, e allietato dalla fresca brezza che agita i cespugli dei mughi, seguendo il zigzagante sentiero gradualmente abbandono la fascia boschiva per ritrovarmi a camminare nel lunare paesaggio alpino, dove passando in breve sequenza accanto ad un paio di grossi e caratteristici massi erratici, più in alto intercetto l’importante sentiero 651, che da nord a sud attraversa sotto cresta l’intera dorsale del Baldo (2100m, ore1:10). Seguendo a questo punto il vecchio sentiero militare, con direzione N da lì a breve raggiungo il tracciolino che alla mia sinistra stacca per la sovrastante cima del M.Maggiore (2190m, 25min), la seconda vetta dell’intero Baldo, meglio conosciuto come cima Telegrafo, un punto strategico dove il panorama sul Garda e i suoi monti è sempre garantito. Lasciato a questo punto il rifugio che poco sotto la vetta s’affaccia sull’azzurro lago e digradando dall’esile profilo spartiacque che giù a nord intercetta nuovamente il lungo sentiero della dorsale, passando strada facendo sotto l’intermedia Punta Pettorina e tralasciando a forcella di Val Fontanella il prossimo rientro in valle, proseguendo a nord ben presto imbocco il tracciolino che a sinistra risale a Cima Valdritta (2218m, ore1:15min), massima elevazione del Baldo e di tutti i monti del Garda, dove elencare la miriade di monti che da quassù si vedono è quasi impossibile. Dopo essermi deliziato col stupendo panorama è giunto il momento del fatidico giro di boa, e ritornando così sui miei passi alla sottostante forcella di Val Fontanella, deviando stavolta sul segnavia n°66 (20min), calando dapprima dolcemente lungo la dorsale che protende a oriente e digradando poi giù nell’alveo della val Campione, proseguendo da lì ininterrottamente nella lunga discesa più in basso intercetto il sentiero Bovi (1700m, 30min).
Digradando a questo punto a nord nell’intricata fascia dei mughi e deviando più in basso sulla traccia che a destra cala decisa nell’alpeggio di Novezzina, ecco che intercettata in piena curva la strada Graziani (1420m, 20min) e volgendo nel frattempo un'ultimo sguardo alle creste del Baldo, seguendo direttamente il nastro d’asfalto a sud concludo al punto di partenza (20min).
Dislivello assoluto 1000m.
Tempo di percorrenza ore 4:30.
Lunghezza tragitto Km 13.