24/02 M.Toraro
Diario di Bordo > 2016
Folgaria
M.TORARO
24/02/2016
Tanta neve, cielo terso e niente vento, una combinazione perfetta per una ciaspolata tranquilla e sicura sull’altopiano di Folgaria, dove proseguendo per Passo Coe e Malga Zonta più avanti parcheggiamo l’auto a lato della provinciale 92 (1555m), al confine tra le provincie di Trento e Vicenza, proprio là dove il nastro d’asfalto scompare sotto un spesso strato di neve e il traffico veicolare viene interdetto nel periodo invernale.
Alla partenza il termometro segna -1°, ma per fortuna l'assenza del vento rende tutto più piacevole, e con le ciaspole per ora legate allo zaino, incamminandoci lungo la provinciale stessa e aggirando il costone orientale del Monte di Campoluzzo, in costante e dolce salita giungiamo al rifugio Valbona (1720m, 45min). La breve sosta è l’occasione per alleggerire il vestiario e calzare i ramponi, utili in questa prima parte della giornata per mordere la neve che all’ombra della folta abetaia tende a ghiacciare. Riprendendo poi il comodo tracciato della provinciale che ora si fa più erto, con bella vista sul sovrastante passo e il dirimpettaio monte Toraro in breve giungiamo al valico di Valbona (1790m, 30min). Abbandonando ora la provinciale per Vicenza e con essa l’indicazione per il vicino rifugio Rumor, calzate le ciaspole a questo punto deviamo alla nostra destra sulla strada di servizio dell’ex base NATO, una traccia nascosta nella spessa coltre che aggirando il costone orientale del “Cimoncello di Toraro” dirige verso il Toraro stesso. Superato un tratto invaso da cumuli di neve scivolati giù dal pendio e infilato il tunnel in cemento che a suo tempo costituiva il passo carraio della base militare, nel frattempo più in alto arriviamo alla selletta che divide il Cimoncello dal Toraro, un passaggio obbligato dove su pendenza meno accentuata e tracciato più sicuro infine raggiungiamo la spianata sommitale del M.Toraro (1900m, 45min). Come la maggior parte delle cime dell’altopiano, durante la Grande Guerra anche qui furono piazzate delle postazioni di batterie e scavate trincee, mentre in tempi più recenti, durante il periodo della guerra fredda venne collocata un’area di controllo per il lancio dei missili posizionati nella sottostante base “Tuono” di Passo Coe. Comunque al di là della strategica posizione militare, la sosta sulla brulla cima ci regala uno stupendo panorama che spazia tutt’attorno sui proverbiali 360°, dalla pianura vicentina al massiccio del Pasubio, e dalle vicine cime degli altipiani fino alle più lontane vette dolomitiche.
A questo punto della giornata, soddisfatta la curiosità e raggiunta la meta non possiamo far altro che tornare sui nostri passi fin al precedente valico (35min) e da lì al sottostante rifugio (25min), dove una breve sosta è d’obbligo prima di riprendere la strada che giù per la Valbona riporta al punto di partenza (30min).
Dislivello assoluto 345m.
Tempo di percorrenza ore 3:30.
Lunghezza tragitto Km. 11.