26/12 Col Santo
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Pasubio
Giro del Col Santo
26/12/2024
Giazzera, settore "roveretano" del Pasubio, cielo azzurro, sole splendente e tanta, tanta neve. Giornata perfetta per rompere ogni indugio sfidando la gelida tramontana e la ripida salita che dall'Alpe Alba ci porterà sul morbido panettone del Col Santo, prima di calare giù nell'Alpe della Pozza e far così gli onori alla cucina del rifugio Lancia.
Lasciata l’auto nell’ultimo parcheggio utile che troviamo a monte di Giazzera (1220m), la nostra giornata inizia proseguendo per qualche centinaio di metri ancora lungo la strada stessa, prima d’imboccare alla nostra sinistra il segnavia 132 (1280m, 10min). Ramponi ai piedi, e fin da subito ci ritroviamo a mordere la crosta ghiacciata del sentiero che sotto i scheletrici rami dei faggi s’inerpica fin a sbucare nei sovrastanti prati del monte Pazul (1410m, 30min), punto d’inizio della lunga dorsale che verso est sale al Col Santo. Con la scenografica vista sulla Val d’Adige e i suoi monti alle spalle, alla nostra destra proseguiamo ora sulla stradina tutta innevata che nel bosco sempre più rado s’innalza su per le pendici innevate del Pazul stesso, prima di spianare nell’abbacinante distesa che ricopre l’alpeggio del Bait dei Rossi (1557m, 20min), posto giusto questo per tirar fiato e scambiare quattro ciacole con la curiosa coppia di contadini che con tanto di falce e rastrello sembrano lì pronti a tagliar erba e raccoglier fieno. Non senza un pizzico di nostalgia, ci lasciamo alle spalle quest’evocativa scena d’altri tempi e proseguiamo fin al vicino bivio per malga Valli, una deviazione questa che ignoriamo per riprendere da lì a poco il sentiero che sulla sinistra passa a fianco di Baita Marisa e s’innalza sempre più verso monte, prima d’abbandonare all’ennesimo bivio il segnavia 132 per l’Ape Alba e rifugio Lancia (50min). Con il Col Santo ben in vista, ci ritroviamo così ad arrancare faticosamente sulla traccia che lungo il profilo spartiacque sale in groppa al Dos dell’Anziana, prima di deviare sull’evidente traversone che poco sotto il culmine del monte punta dritto alla sella del Dos dell’Anziana (1978m, ore1), una finestra spalancata sull’altopiano di Folgaria che merita una sosta contemplativa. Sferzati dalla rabbiosa tramontana che qui al passo non manca mai, eccoci bei che pronti ad attaccare l’ultima salita della giornata, un brusco e impietoso cambio di pendenza che tra dure croste di ghiaccio e morbidi accumuli di neve a ogni passo richiede attenzione, mentre con la vista che s’allarga sempre più sui monti e le valli del circondario, alla fine della breve ma intensa salita eccoci finalmente sotto la croce di vetta del Col Santo (2112m, 35min), un’eccezionale punto panoramico che ben ripaga di tanta fatica. Navigando a vista sull’increspato "mare" di neve ventata che ricopre il morbido panettone sommitale, giù dall’opposto versante atterriamo nel frattempo alla sella dei Col Santi (1995m, 15min), un punto intermedio fatto apposta per tirar fiato, prima di precipitare giù a destra sul segnavia 120, un scosceso e dirupato sentiero completamente immerso nella neve che di balza in balza s’infila poi in una fascia boscata, prima d’intercettare alla fine della discesa l’agevole mulattiera che tra i pascoli dell’Alpe Pozza punta dritto all’ormai vicino rifugio Lancia (1825m, 35min).
Fatti gli onori alla cucina di casa, a malincuore arriva presto il momento di lasciare il tepore della stufa e incamminarci sull’evidente tracciato della carrozzabile (segnavia101), una lunga pista innevata che in costante discesa passa per l’area sosta del misterioso “Sassom” (ore1), prima di proseguire per l’evocativo cimitero austriaco e terminare così più a valle ancora al nostro punto di partenza (45min).
Dislivello assoluto 892 m. (↑894m, ↓963m).
Tempo totale di cammino ore 6:00.
Lunghezza Tragitto Km 14.