1-2/08 Tofana di Rozes
Diario di Bordo > 2018
01 e 02 Agosto 2018
Tofana di Rozes
Un’idea buttata lì quasi per caso da quel sognatore di Matteo, quest’anno ci ha portati in quel di Cortina d’Ampezzo, la rinomata conca nota in tutto il mondo per l’alta concentrazione di cime dolomitiche, un vero santuario per tutti gli alpinisti. Sorapis, Croda da Lago, Nuvolau, Tofane, Pomagagnon, 5 Torri e Cristallo, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e noi nell’intento di unire passione per la montagna e curiosità per la storia, oggi ci portiamo ai piedi delle Tofane, dove dal rifugio Dibona parte il nostro itinerario dei due giorni tra i monti.
Primo Giorno
Al rifugio Dibona (2083m) ci incamminiamo sulla
carrareccia che risale a nord, e scegliendo tra le varie
indicazioni che troviamo al bivio lì vicino quella per la ferrata Lipella (2103m, 15min), tra mughi e
ghiaioni ben presto ci ritroviamo ai piedi dell’imponente parete meridionale della Tofana di Rozes. A ridosso dell’incombente
scogliera la vista si amplia sempre più sullo splendido
palcoscenico delle Dolomiti ampezzane, e tralasciata strada facendo la
diramazione destra per il rif. Giussani, mantenendoci alti sull’imbocco della Val Travenanzes a N/W giungiamo
nell’anfratto roccioso dove inizia la “Galleria del Castelletto” (2470m, ore1:15). Indossato a questo punto l’indispensabile Kit da ferrata, con tanto di casco e torcia elettrica ci issiamo su per il breve tratto attrezzato che porta all’imbocco della storica galleria, dove attaccando fin da subito l’erta scala metallica che risale nel buio ventre della montagna, gradino dopo gradino, oltre che dalla fatica ci lasciamo sopraffare dallo stupore. Come è stato possibile realizzare un'opera simile nel bel mezzo di una guerra? La manodopera senz'altro non mancava, ma con quali mezzi? Così, assorti nei nostri pensieri e agevolati per tutto il tragitto da un cavo lì teso a mo’ di corrimano, incrociata nel frattempo la camera di mina e camminando in dirittura d’arrivo direttamente su umida roccia, infine sbuchiamo alla “
Forcella di Rozes” (2600m, 40min.), dove la luce del sole ci sorprende con una strepitosa vista sul passo Falzarego, il Lagazuoi e l’inconfondibile profilo della
Marmolada. Calati a questo punto nel sottostante
ghiaione, perso un po' di tempo a vagare tra le pietre in
cerca dei rari segnavia e tralasciata lì la traccia che cala nel selvaggio solco della Val Travenanzes, ecco che sulla parete alla nostra destra una nera
targa metallica ci invita a riprendere il nostro cammino lungo la ferrata “Lipella” (30min.). Roccette
verticali e lunghe cenge
orizzontali, più facile a dirsi che a farsi… infatti l’impervia parete occidentale della Tofana mette a dura prova gambe e braccia, e tirando un po' di fiato nelle brevi pause con vista sulle cime di Fanis, faticando non poco a cercare i pochi sbiaditi segnavia, su in alto approdiamo ad
un’ultima cengia (2700m, ore2:00), dove interrompendo la salita per la vetta alla nostra
sinistra deviamo per il Giussani.
Passando così per la rupe delle Tre dita e digradando poi obliquamente giù a mezza costa dall'opposto
versante, con vista sulle altre
due Tofane infine ci ritroviamo alla forcella di
Fontananegra, dove ben mimetizzato tra le rocce il
Giussani ci attende con la sua cucina e l’immancabile birra!! (2580m, 50min.).
Dislivello assoluto 617m.
Tempo di cammino ore 5:30.
Secondo Giorno
Dopo il temporale notturno e il vento di primo mattino ci aspettavamo un cielo limpido, ma niente da fare, la
grigia foschia che regna nell’aria non promette nulla di buono, e così ricalcato a ritroso un tratto del
sentiero già fatto ieri e modificando strada facendo il nostro programma giornaliero, giunti a metà via abbandoniamo i bolli rossi della ferrata Lipella per affidarci ai
soli “blu” della via normale (2670m, 30min.). Camminando così lungo ampie diagonali e risalendo verticali gradoni rocciosi, guidati nel
lunare paesaggio da sbiaditi colori e da ometti di pietra, su in alto intercettiamo la
targa d’arrivo della via ferrata “Lipella” (2980m, ore1:10). A questo punto, dopo tanta fatica ti aspetti che la vetta sia ormai lì a portata di mano, ma l’impietosa
piramide rocciosa che svetta dinnanzi a noi frena qualsiasi entusiasmo, e così adeguando il passo al nuovo cambio di pendenza e zigzagando a più riprese sull’erto pendio N/W, avendo ben visibile sopra alle nostre teste la
meta e lottando ad ogni passo contro l’erta salita, a dispetto della rarefatta aria d’alta montagna eccoci alla croce di vetta della Tofana di Rozes (3225m, 40min), pronti per la rituale foto di gruppo e un po' di ristoro. L’impietosa giornata purtroppo non regala grandi panorami, e a parte una sporadica vista sulla
conca d’Ampezzo e le Cinque Torri d’Averau che stanno lì difronte, nella speranza che almeno la pioggia ci sia risparmiata non rimane che avviarci in fretta sulla via del ritorno.
Visto dall'alto è senza dubbio tutta un’altra storia, infatti gravità a nostro favore e tracciato bene in vista agevolano non poco la nostra discesa fin giù al
Giussani (ore 1:20). Breve sosta e via, imboccata a questo punto l’ampia
carrareccia che a sud digrada giù nei ghiaioni del
Vallon e passando gradualmente dal lunare
paesaggio di pietra alla verde prateria, sfuggendo appena in tempo alle prime gocce d’acqua, eccoci giù in valle seduti attorno ad un tavolo dell’accogliente
rifugio Dibona (50min.), dove gustando gulasch, crauti e birra, fantasticando già sulla prossima avventura chiudiamo in bellezza l’ennesima pagina del nostro diario di viaggio.
Dislivello assoluto 858m.
Tempo di cammino ore 4:30.