02 agosto
Diario di Bordo > 2010
rif. Caduti dell'Adamello →Cresta Croce →rif. Bedole.
02/08/2010
Dopo l’alzataccia mattutina (alle cinque e un quarto per la cronaca), ritornati giù al passo della Lobbia (3030m) e da lì sulla banchisa ghiacciata dell’omonima vedretta, calzati a questo punto i ramponi ci apprestiamo a risalire il versante sud-est della contorta dorsale morenica di “Cresta Croce”. Seguendo le indicazioni forniteci dal gestore del rifugio, una via di 1° grado alpinistico con poche se non nulle indicazioni, con rigorosa attenzione raggiungiamo la sommità di Punta Giovanni Paolo Secondo, un ammasso di sfasciumi morenici alquanto instabili, sulla cui cima troneggia la grande croce in granito (3307m, ore1:30), posta a ricordo della visita del Santo Padre in occasione del Giubileo 2000. Da qui proseguendo sul fil di cresta, sempre con la massima cautela e in alcuni punti assicurandoci con la corda, arriviamo allo storico Cannone “149G” sopranominato per le sue dimensioni "Ippopotamo". Dopo le foto di rito, seguendo le incerte e rare indicazioni, digradando non senza poche difficoltà giù dalle propaggini nord del Cresta Croce e guadagnato più in basso il Passo del Dosson (3290m), eccoci infine approdare sulla banchisa di ghiaccio del Mandrone (ore1:45). A questo punto, rimessi i ramponi e ricomposta la cordata, camminando verso est e mantenendoci lungo il margine meridionale del ghiacciaio, transitando strada facendo sotto i contrafforti che sorreggono il rif. Caduti dell’Adamello e proseguendo poi lungo il margine destro della vedretta, più avanti scorgiamo l’inconfondibile traccia che attraversando e puntando sull’opposto argine della lingua ghiacciata, a nord porta direttamente alla Forcelletta (2881m, ore1:20), altro punto strategico della nostra “Road Map”. Tolti i ramponi e riposto la piccozza nello zaino, affidandoci ora al segnavia n°236 e passando dal sconnesso saliscendi tra lastre di granito all’agevole sentiero sterrato, attraversate più avanti le passerelle in legno che scavalcano i pittoreschi laghetti del Mandrone, eccoci infine al rif.Città di Trento (2449m, ore1). Dopo esserci rifocillati e risistemato un po’ lo zaino, riprendiamo il nostro cammino sul sentiero n°212 sopraggiungendo dopo poche centinaia di metri al centro glaciologico, intitolato all’ufficiale austriaco “Julius Payer” che fu uno dei primi scalatori di questa montagna. Dopo una breve visita al suo interno, riprendiamo la discesa lungo il tortuoso e scosceso sentiero, e giusto il tempo per riprendere un po’ di fiato e far riposare le ginocchia al punto sosta di “Mezza via” (2100m, 45min), proseguendo poi nella nostra calata e passando al di là del torrente per il rifugio Collini (35min), infine terminiamo la nostra avventura giù in valle, al nostro parcheggio di partenza (20min).
Dislivello max. in salita 277m. in discesa 865m.
Tempo totale di percorrenza ore 5:15.