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f brenta 2 dì

Diario di Bordo > 2018
Bocchette Alte del Brenta
04/09/2018
Non saprei dire se enrosadira o quale altro fenomeno sia, ma il sole che fin dalle prime ore del mattino tinge le montagne di rosa, come per magia fa presto scordare l’ingrata giornata vissuta ieri e infonde energia, tanta voglia di riprendere il nostro cammino sulla mitica via delle Bocchette del Brenta.
Abbondante colazione, saldato il conto e via…tralasciato l’attacco ufficiale della ferrata delle Bocchette Alte (in fase di ristrutturazione dopo la rovinosa frana d’agosto) e digradando brevemente giù a W dal sentiero 323, poco più sotto invertiamo nuovamente la nostra rotta verso monte sul sentiero 396, che risalendo l’impervia valle della vedretta di Brentei, per sfasciumi e salti rocciosi porta all’attacco della via ferrata Oliva Detassis (40min.), accesso secondario dell’alta via delle Bocchette Alte. Ripide scale, stretti camminamenti, e tralasciata nel frattempo la deviazione destra per la “Bocca Bassa di Massodi”, puntando dritti verso il cielo infine ci ritroviamo sul tracciato delle “Bocchette Alte” (50min.). Risalito così il strapiombante spallone dei Massodi e raggiunto su in alto l’ampio pianoro sommitale, finalmente ci concediamo una sosta contemplativa, dove grazie al cielo terso, oltre che sui monti del circondario e il sottostante lago di Molveno, a sud la vista si spinge fino all’inconfondibile profilo del Baldo e uno spicchio del nostro Garda, la giusta ricompensa dopo tanta fatica. Calando a questo punto giù dalla ripida Scala degli Amici e proseguendo per divertenti passaggi su roccia, issandoci su per altre verticali scalette più avanti ci ritroviamo al cospetto della spettacolare parete sud di Cima Brenta (3020m), massima quota raggiunta nei nostri due giorni. Proseguendo lungo l’affascinante e ardita cengia incisa nella dirupata parete orientale, ad un certo punto incappiamo in un canalino detritico, dove una frana ha strappato letteralmente il cavo d’acciaio, e così superato in sicurezza con corde e moschettoni l’imprevisto ostacolo, sfilando subito dopo a fianco di una numerosa comitiva di escursionisti provenienti in senso opposto e mantenendoci in quota lungo l’esile cengia, finalmente a nord caliamo ad un balcone sospeso sopra la Bocca di Tuckett, dove tra salti di roccia e ghiaino, arriviamo alle scalette finali che giù in basso concludono il lungo periplo delle Bocchette (2648m, ore4:30). Giusto il tempo per togliere gli imbraghi, una foto di gruppo, e puntando ora direttamente sui due edifici che si intravvedono all’estremità opposta del lungo vallone, seguendo il sentiero 303 che alto sulla destra orografica dirige ad ovest, procedendo con attenzione su sdrucciolevoli tratti in contropendenza e lasciandoci trasportare dall’immensità del paesaggio di pietra, alla fine eccoci al rifugio Tuckett (2270m, ore1). Tuckett e Qintino Sella, due grandi dell’alpinismo che ben rappresentano lo spirito di questa due giorni tra le guglie del Brenta.
Fatti gli onori alla cucina del rifugio e l’ennesima foto di gruppo, digradando a questo punto giù a sud sul sentiero 317 e passando nel frattempo dal mondo minerale a quello vegetale, ecco che a mezza via la nostra discesa s'interrompe al rifugio Casinei (1850m, ore1), un’ottima occasione per immortalare una grandiosa vista sul dirimpettaio gruppo adamellino prima d'immergerci nel fragoroso carosello delle Cascate di Vallesinella, un "defaticante" circuito che tra verdi radure, ponticelli in legno e spumeggianti acque, giù in valle ci riporta al nostro punto di partenza (ore1.).
Dislivello assoluto 1490m.
Tempo di cammino ore 9.
Lunghezza tragitto Km 13.
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